Il mistero della Lancia di Longino: nel Castello sede delle SS naziste è celato il segreto della reliquia?

gen 6, 2022 0 comments


Di Pierluigi Tombetti

Uno dei più interessanti misteri legati al nazionalsocialismo è legato alla cosiddetta Lancia di Longino, alla cui forma si ispirarono Himmler e i suoi consiglieri per il progetto finale del complesso di Wewelsburg. Nel romanzo IL SETTIMO SEPOLCRO se ne parla e quindi è utile spendere qualche parola al riguardo.

La letteratura tradizionale religiosa afferma che la Lancia, chiamata anche Heilige Lanze (Sacra Lancia), Lancia del Destino, Lancia di Longino, Lancia di S. Maurizio e una miriade di altri nomi, fosse l’arma con la quale il centurione romano Gaio Cassio Longino trafisse il costato del Cristo sul palo di tortura. Esistono decine di variazioni sul tema e non avrebbe senso esaminarle tutte anche perché molte di esse sono deviazioni altomedievali che vengono pesantemente influenzate dalla necessità di nobilitare la propria città con una santa reliquia. Ricordando come in molte chiese d’Europa fossero conservate svariate teste o membra dello stesso santo, possiamo farci un’idea dell’attendibilità di tali leggende.
Tuttavia, qualcosa di vero deve esserci perché al museo Hofburg di Vienna è conservata una lancia che è passata di mano in mano almeno dall’VIII sec. fino ad oggi, da Carlo Magno fino ad Hitler, che la considerava fonte di potere sacro.

Si tratta di una lancia senza asta, formata da una lama con una zona vuota al centro a cui è stato saldamente legato un chiodo. Due piccoli foderi, di argento sotto e oro sopra, inguainano una porzione di essa. Lungo il chiodo ci sono due piccolissime croci di ottone e dietro ad esse, sempre sul gambo del chiodo, vi sono due piccole saldature, come se qualcosa di importante fosse stato ribattuto a forza, come un intarsio, all’interno del chiodo.
La storia di quest’arma merita davvero una piccola indagine, anche perché, come vedremo, in anni recenti è stato individuato all’interno di essa un vero e proprio mistero. E si tratta di un mistero terribilmente intrigante di cui accenno nel romanzo IL SETTIMO SEPOLCRO.

QUATTRO PASSI NELLA LEGGENDA

Tra le tante variazioni sul tema, possiamo identificare un filone principale nella storia della Sacra Lancia che cercheremo di riassumere e che sconfina varie volte nella leggenda. La storia della Heilige Lanze comincia con il supplizio di Gesù. Giovanni, che possiamo senz’altro considerare una fonte storica attendibile, racconta: <<Ma venuti da Gesù, poiché videro che era già morto, non gli ruppero le gambe. 34 E uno dei soldati gli forò il fianco con la lancia, e immediatamente ne uscì sangue e acqua. 35 E colui che [lo] ha visto ne ha reso testimonianza, e la sua testimonianza è vera, e quest’uomo sa di dire cose vere, affinché anche voi crediate>> (Giovanni 20: 33-35)
Matteo 27:49,50 è il racconto parallelo e conferma l’accaduto. Interessante il desiderio di Giovanni di essere creduto, si trattava in questo caso di una necessità di fede ma egli parlava a persone che avevano visto Gesù o che ne avevano sentito parlare da chi lo aveva ascoltato, per cui non era particolarmente difficile che gli si prestasse fiducia. Quindi un soldato gli trafisse effettivamente il costato da cui uscì sangue ed acqua.

Entriamo ora nella leggenda: la tradizione afferma che il soldato si chiamava Gaio Cassio Longino, un nome comune in ambiente latino, il quale comandava una centuria. Si dice che egli fosse quasi cieco e che il sangue di Gesù, colato dalla Lancia sui suoi occhi, gli avesse ridonato immediatamente la vista. C’è da chiedersi come facesse un centurione ad esercitare la sua funzione di comando vedendo poco o nulla; si tratta certamente di una storia con diversi punti deboli.
Ad ogni modo in fondo a molte leggende, specialmente quelle che si estendono così a lungo nel tempo, esiste un nocciolo di verità e quindi andiamo avanti; alcune fonti riportano che Longino studiò con gli apostoli e divenne monaco in Cappadocia.
È necessario notare che nel primo secolo non esisteva il monachesimo, perché era un insegnamento estraneo ai precetti di Gesù che invece aveva mandato i suoi nel mondo per predicare la buona notizia e la stragrande maggioranza dei suoi apostoli erano sposati con prole. Inoltre Gesù stesso era tutto fuorché un monaco, poiché prendeva l’iniziativa nell’avvicinare le persone e non aveva una sede fissa essendo in viaggio continuo. Non ci addentriamo su altri particolari riguardanti Longino perché sono pieni di inesattezze del genere e quindi scarsamente affidabili.
Ci interessa però notare che la Lancia secondo la leggenda, fu conservata come reliquia e passò di mano in mano tra i primi cristiani sino a giungere a Maurizio, comandante della legione tebana di stanza in Egitto. Non sarebbe strano trovare la lancia a tale distanza da Gerusalemme perché i primi cristiani avevano una vita piuttosto frenetica, soprattutto i missionari, come Paolo che erano costantemente in viaggio in tutto il bacino del Mediterraneo per rafforzare ed incoraggiare le congregazioni.
Maurizio comandava una legione formata esclusivamente di cristiani, cosa difficile, se non impossibile da credere nella sua interezza poiché dalle testimonianze patristiche sappiamo che nessun cristiano, almeno tra I e II sec. rimaneva nelle fila dell’esercito dopo aver accettato l’insegnamento di Gesù; ciò perché il servizio militare era contrario all’amore per il prossimo e ad una buona parte di insegnamenti del maestro di Nazareth 1.

Ad ogni modo nel III sec. ci si era allontanati parecchio dall’insegnamento iniziale del cristianesimo e qualcuno già serviva nell’esercito romano. Per comando di Massimiano, la legione tebana fu spostata in Gallia, più o meno nella Svizzera di oggi, per piegare la resistenza dei galli pagani. Lì giunto, Maurizio trovò un simbolo cristiano appeso al collo di un gallo ucciso e questo gli causò un grosso problema: avevano sterminato dei fratelli, barbari che avevano accettato da poco il cristianesimo. A questa vista, Maurizio cominciò a pensare di non essere dalla parte giusta della barricata, ma il problema si fece ancora più grosso quando arrivò Massimiano e richiese un sacrificio generale agli dei e a lui stesso come divus incarnato.
La legione intera si oppose a questo atto idolatrico e il generale romano comandò che uno alla volta fossero uccisi tutti quelli che non avrebbero compiuto il sacrificio. Anche qui v’è da chiedersi come mai la legione non avesse incontrato prima questo problema, visto che le celebrazioni in onore del divino imperatore erano uno dei caposaldi religiosi, anche nell’esercito romano. Ad ogni modo, Maurizio incoraggiò i suoi soldati e la sua forza d’animo nell’affrontare la prova per primo rafforzò i compagni che caddero volontariamente.
Sembra davvero poco credibile che Massimiano eliminasse l’unica forza difensiva che lo circondava, comunque, il coraggioso comportamento di Maurizio divenne la base del codice della cavalleria, anzi egli stesso fu considerato il primo cavaliere e come è risaputo la cavalleria è legata a molti aspetti misteriosi relativi ad una ricerca esoterica, dal Graal alla Sacra Lancia.

UNA STORIA COMPLESSA

Ma Maurizio lasciò un’altra traccia nella storia, che ci ricorda come molte tradizioni abbiano una base reale: la città di Saint Moritz, in Svizzera, sorge sul luogo tradizionalmente accettato del martirio e non può essere solo un caso che si chiami come il comandante della legione tebana.
Da allora la tradizione narra che la Heilige Lanze passò di mano in mano fino a giungere all’imperatore Costantino; sua madre Elena era una fervente cristiana con una devozione speciale verso gli oggetti relativi alla vita del Cristo sulla Terra. Durante i suoi viaggi in Terra Santa sembra che ella abbia portato un chiodo e vari frammenti di legno considerati schegge del palo di tortura di Cristo che fece installare nell’armatura del figlio per garantirne l’invincibilità. Alcuni pensano che un chiodo  fu inserito e bloccato anche all’interno della Lancia; effettivamente al Museo di Vienna c’è proprio un chiodo ben serrato tra le lame della lancia di Longino.
Da Costantino la reliquia di Longino passò a Teodosio, Alarico, Teodorico, Giustiniano e Carlo Martello. Infine se ne appropriò nel 774 D.C.Carlo Magno, fondatore del Sacro Romano Impero.

Nel 961 il vescovo Liutprando da Cremona scrive quella che rimane come la prima certificazione scritta considerata autentica 2 dell’esistenza della Heilige Lanze; Liutprando descrive nei particolari l’oggetto così come appare oggi, descrivendo anche le minuscole croci di ottone e gli inserti misteriosi all’interno del chiodo, di cui parleremo dopo. La sua cronaca sembra attendibile ed’ è accettata anche dagli specialisti curatori del museo di Vienna. Liutprando tuttavia afferma che la Lancia di Carlomagno sia la stessa di Costantino e che fu passata  negli anni seguenti agli eredi del re dei Franchi. Vedremo come almeno questa affermazione risulti falsa.
I successori di Carlo Magno, fedeli alla leggenda che chi possiede la Lancia diverrebbe invincibile, ne fecero una reliquia da esporre ai fedeli, riconoscendone il potere spirituale oltre che politico. All’inizio del XIII sec. un documento scritto di pugno dal papa menziona la Lancia ma solo durante il secolo successivo essa fu ufficialmente accettata dalla Chiesa come reliquia. Precedentemente aveva rappresentato per gli imperatori dell’età carolingia la più nobile insegna regale.
Da essi giunse durante il XIV sec. a Carlo IV, che fece delle attuali Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca il suo regno. Carlo era un fanatico collezionista di reliquie e si era convinto che alla fine dei tempi i santi sarebbero scesi sulla Terra nel luogo in cui esse erano conservate: a questo scopo fece costruire un piccolo castello a trentadue chilometri da Praga. Dietro l’altare, in una camera segreta, erano conservate varie reliquie, tra cui la Heilige Lanze, protette da imponenti mura spesse sei metri. È opinione di alcuni che sia stato proprio Carlo IV a realizzare il fodero d’oro; il Kunsthistorisches Museum afferma ufficialmente che fu sempre lui a far incidere l’iscrizione <<Lancia e chiodo del Signore>> sul fodero. Sulla punta della Lancia esisteva comunque già una incisione dedicata a S. Maurizio.

LA HEILIGE LANZE A NORIMBERGA

La Lancia di Longino esposta a Vienna

La Lancia di Longino esposta a Vienna

Dopo la morte di Carlo, la Lancia fu venduta nel 1424 ad una corporazione di facoltosi mercanti di Norimberga che compresero subito l’importanza, a fini prettamente economici, della reliquia: essa fu trasportata con un carretto del pesce per evitare furti  durante il trasporto e giunse a Norimberga dove fu presentata al vescovo locale.
Gli storici Volker Schier e Corine Schleif che hanno studiato approfonditamente la storia della Lancia 3 affermano che essa fu conservata, insieme ad altre reliquie, nella chiesa dello Spirito Santo, e chiusa in un pesante scrigno d’argento. 4
Normalmente lo scrigno, simile a un grosso baule, era appeso al soffitto nella Chiesa con un adeguato sistema di funi e veniva tenuto a mezz’aria, con un evidente effetto psicologico sulle persone: sotto di esso vi era una raffigurazione pittorica di angeli intenti a sostenere la Sacra Lancia di forte impatto emozionale. Sotto di esso, sul pavimento, dormivano due giovani del coro, a guardia del tesoro più importante della città.
La Heilige Lanze veniva mostrata al popolo solo una volta l’anno, in occasione della Festa della Sacra Lancia, istituita cento anni prima da Carlo IV, che si teneva due venerdì dopo la Pasqua. Venne costruita ad hoc una stanza adiacente alla chiesa in cui venivano esposte anche altre reliquie: un dente di Giovanni Battista, una scheggia della mangiatoia di Betlemme, un osso di S. Anna.

Il momento culminante della festa era naturalmente l’ostensione della lancia di Longino; il vescovo la mostrava da una finestra alle migliaia di pellegrini qui giunti da tutta la Germania, con grande felicità della corporazione di mercanti che aveva portato a Norimberga la reliquia. Molti facevano anche venti chilometri al giorno a piedi pur di giungere in tempo; se avessero guardato la Lancia almeno una volta nella vita, sarebbero stati certamente accolti in Paradiso, più o meno come girare sette volte intorno alla Kaaba della Mecca. Il giro di affari per la città era notevolissimo: la secolarizzazione della religione e i traffici e i guadagni di mercanti e cambiavalute legati a oggetti sacri, furono anch’essi tra le scintille che scatenarono l’ira dei riformisti poco più di un secolo dopo.
La Heilige Lanze causò una serie di curiosi effetti sul comportamento di pellegrini e nobili: moltissimi si premuravano di portare con sé specchi che tiravano fuori durante l’ostensione in una sorta di estasi collettiva. La credenza comune era che lo specchio acquisisse parte delle forza spirituale della reliquia e che potesse di conseguenza emanarla per un certo periodo di tempo e benedire la casa in cui veniva portato. Anche i membri più in vista della nobiltà si convinsero del potere della Lancia: molti vollero che con essa fossero toccati oggetti personali e armi, con un evidente scopo magico potentizzante derivato dal contatto del sangue di Cristo con suppellettili personali. 5 Addirittura ci furono personalità di rilievo che vollero immergere la Lancia nel loro proprio calice convinti che da quel momento in poi avrebbero bevuto acqua in grado di curare e dare vita eterna. Possiamo solo immaginare quale forza psichica ed emotiva si generasse da una tale cerimonia. Certamente queste ostensioni amplificarono l’aura di forza mistica che circondava la Lancia e contribuirono ad amplificarne la leggenda.
La Riforma reagì violentemente a queste forme di venerazione palesemente in contrasto con la norma biblica che vietava l’idolatria, e fece di tutto per cancellare il sistema che ruotava intorno allo scandalo delle reliquie; per questo la Lancia fu chiusa nel suo scrigno e dimenticata per tre secoli. Nel 1805 Napoleone volle aggiungere alle sue conquiste ciò che rimaneva del Sacro Romano Impero; gli abitanti di Norimberga tentarono di sottrarre la lancia alle grinfie del conquistatore e riuscirono fortunosamente a portarla a Vienna dove sarebbe rimasta fino al 1938.

LA LANCIA DI LONGINO E HITLER

Per continuare la storia della Heilige Lanze, all’atto dell’Anschluss, Hitler comandò di riportarla a Norimberga su un treno corazzato il 13 ottobre 1938: fece preparare una zona appropriata all’interno della Chiesa di S. Caterina  e vi pose a guardia un corpo scelto di SS.

La stragrande maggioranza degli autori che si sono occupati della Lancia, hanno affermato  che non avrebbe avuto alcun senso tutto questo disturbo se per il Fuehrer essa non avesse rappresentato un oggetto magico/archetipico eccezionalmente potente.

E’ effettivamente vero che Hitler fosse attratto da oggetti di potere legati alla magia o a forze oscure archetipiche. Ma il caso della Lancia di Longino è differente, perché questi autori si dimenticano di menzionare che essa fu portata a Norimberga insieme a tutto il tesoro regio degli Asburgo e che fu esposta insieme a questo nella Chiesa di S. Caterina insieme ai paramenti regali. Durante la mia visita al museo Hofburg di Vienna, ebbi modo di incontrarmi con il curatore della mostra dove è esposta la Lancia e mi mostrò l’unica fotografia al mondo che ritrae la Lancia esposta: cosa interessante, essa era esposta insieme ad altri oggetti, in una teca laterale, di minore importanza rispetto alla teca più grande e centrale, dove trovavano posto le vesti reali e gli scettri degli Asburgo. Questo ridimensiona immediatamente le teorie di autori avventati che raccontano di interessi morbosi di Hitler nei confronti della Lancia. Per lui era solo uno degli oggetti tradizionali del suo popolo e della sua tradizione storica.

Ad ogni modo, per tutta la guerra rimase nella nuova sede fino a che il 30 aprile 1945 gli alleati se ne impadronirono e la Lancia ritornò, a Vienna, al Kunsthistorisches Museum, con il resto del tesoro degli Asburgo.

Il Kunsthistorisches Museum a Vienna. Nella camera del tesoro del complesso museale dell’Hofburg è conservata la Heilige Lanze

Il Kunsthistorisches Museum a Vienna. Nella camera del tesoro del complesso museale dell’Hofburg è conservata la Heilige Lanze

INDAGINI SCIENTIFICHE SULLA HEILIGE LANZE

Diverso tempo fa furono prodotti alcuni documentari sulla Lancia e le riprese richiesero l’apertura della teca e nuove analisi: mi misi immediatamente in contatto con il dr. Franz Kirchweger, storico responsabile della Lancia di Longino al museo. Il dr. Kirchweger mi raccontò di come sia i vari stadi di preparazione del video, sia i risultati finali scontentarono completamente i tecnici del Kunsthistorisches che vi avevano preso parte.
In particolare il video delegava al dr. Robert Feather, un esperto di metalli, la piena capacità di trovare la soluzione al mistero della Lancia in una appassionante e quantomai suggestiva caccia alla verità corroborata da analisi scientifiche di prim’ordine. Comprensibile, trattandosi di un video che doveva poi essere venduto e ottenere un ritorno economico ed era effettivamente davvero ben fatto. Ma non reale. Il team di video maker aveva proposto al museo il dr. Feather (che aveva in precedenza scritto un testo su un rotolo di rame trovato a Qumran) e gli fu così permesso di svolgere alcuni test forensi non invasivi, limitati principalmente all’analisi al microscopio ottico. E null’altro.
Il dr. Kirchweger mi disse che il dr. Feather non aveva il necessario expertise per svolgere altri tipi di ricerca sulla Lancia; con una punta di amarezza mi confidò che egli aveva semplicemente attinto le sue teorie dalle guide del museo presentandole nel video come se fossero state sue personali scoperte. 6
In effetti nel documentario si vedeva Feather continuamente in giro per l’Europa a colloquio con i maggiori esperti e lo si seguiva mentre svolgeva anche analisi ai raggi X e con fluorescenza XRF. Kirchweger mi disse invece che a Feather non fu permesso null’altro che l’esame al tampone e al microscopio ottico; il personale che svolse le analisi XRF e le lastre X faceva parte di un laboratorio di cui si serviva spesso il museo: il dr. Feather  era presente mentre lo scienziato dr. Schreiner svolgeva i vari esperimenti per conto del museo. Era stato quindi solo il dr. Schreiner a condurre e svolgere tutti i test e aveva semplicemente permesso a Feather di mostrare i risultati nel video.

FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://www.pierluigitombetti.com/mistero-lancia-longino-nel-castello-sede-delle-ss-naziste-celato-segreto-reliquia-preziosa-cristianita/

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