Delitto di Garlasco: quello che nessuno vi ha mai raccontato

mag 20, 2025 0 comments


Di Gianluca Zanella

Ci sono luoghi lontani dai grandi centri urbani che resteranno per sempre in una bolla di anonimato. Piccole e medie località che rimarranno note solamente a chi le abita o nella memoria di chi in quei luoghi ha lavorato, ha vissuto parte della propria vita o conserva gli affetti. Altri luoghi, invece, non sono così fortunati. E il loro nome entra nella memoria collettiva in quanto legato a fatti di sangue divenuti celebri: Erba, Avetrana, Brembate di Sopra, Cogne. E ovviamente Garlasco. 

Tutti luoghi che fino a quel momento non suggerivano nulla, ma che improvvisamente sono saliti alla ribalta delle cronache, che da un giorno a un altro sono stati invasi da troupe televisive, forze dell’ordine, folle di curiosi. E a quel punto l’attenzione mediatica si focalizza sull’evento all’origine di tanto interesse, lo scandaglia, lo seziona alla ricerca dei dettagli più pruriginosi. E il contesto, il quadro d’insieme si perde, sfuma nell’indefinito.

Per il delitto di Garlasco è accaduto proprio questo. La storia di Chiara Poggi e Alberto Stasi ha sovraccaricato i media nazionali per mesi, anni, con il risultato di produrre un monolite informativo, una visione distorta che, per quanto minuziosa, in realtà banalizza gli eventi, scollegandoli dal contesto in cui essi sono maturati. Quasi il delitto di una ragazza di 28 anni sia stato una meteora, completamente scollegato da qualsiasi situazione pregressa.

In questo articolo che si configura come ideale conclusione di un percorso giornalistico volto a scandagliare i fatti sotto punti di vista raramente battuti, quando non palesemente ignorati, racconteremo il contesto. Racconteremo una Garlasco differente da quella che emerge quando si pensa al delitto di Chiara Poggi. E in conclusione, entreremo nella scena del delitto. E vi indicheremo alcune cose mai entrate nella narrazione mediatica dell’omicidio. Cose che possono generare domande a cui nessuno, fin ora, ha cercato di dare una risposta.

Prendi un giorno d’estate a Garlasco

Per giustificare l’attenzione investigativa che sin da subito venne indirizzata solo ed esclusivamente su Alberto Stasi, è passata la versione che quel giorno, il 13 agosto 2007, a Garlasco – circa 10 mila anime – non ci fosse nessuno. Praticamente un paese fantasma. Ovviamente non è così, quel giorno a Garlasco c’erano tante persone, molte di queste, in effetti, gravitarono nella vicenda, finendone talvolta a vario titolo – mediatico o giudiziario – coinvolte. C’erano le gemelle Paola e Stefania Cappa, le cugine di Chiara, che finirono al centro delle polemiche dopo aver effettuato un fotomontaggio che le mostrava in compagnia della ragazza uccisa ed essersi esposte di fronte all’occhio delle telecamere. C’era Andrea Sempio, il diciannovenne amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, che nel 2016 sarà indicato (e poi archiviato) come il possibile, vero killer, dopo che il suo Dna, poi ritenuto dalla Procura di Pavia inutilizzabile, era stato ritrovato sotto le unghie di Chiara.

C’erano tante altre persone che, come già detto, incroceranno questa storia marginalmente, ma finiranno talvolta al centro di altre vicende, tutte curiosamente germogliate in seno a quella comunità sconvolta dal delitto di Chiara Poggi, e che – per ragioni insondabili – negli anni sembra non trovare pace.

FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://it.insideover.com/criminalita/delitto-di-garlasco-il-romeno-lavvocato-il-maresciallo-i-suicidi-quello-che-nessuno-vi-ha-mai-raccontato.html

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