Di Achille Saletti
Un piccolo suggerimento per supportare questo nostro governo tecnico
alle prese con la disperata impresa di reperire risorse finanziarie e
denaro fresco. Pochi mesi or sono, in Francia, uscì uno studio di Pierre Kopp, economista, che calcolava, sulla base dei consumi francesi di cannabis, un introito, per le casse dello Stato, pari a circa un miliardo di euro.
Il calcolo sommava, alle entrate dirette in termini di tasse, il venire
meno di spese legate alla repressione e alla carcerazione. Giusto
l’altro giorno un pover’uomo di Foggia si è visto appioppare 6 anni di
galera (sei, dicesi sei ) per avere coltivato 4 piante di marjuana
(quattro dicesi quattro). Denaro pubblico mal speso, verrebbe da aggiungere.
Per citare il mio amatissimo Wodehouse
vorrei ipotizzare che “sulla base di un calcolo modesto“ in Italia,
con moltissime probabilità , le entrate dovute alla tassazione sarebbero superiori a quelle francesi. Per una questione di consumi maggiori rispetto ai cuginastri.
Il problema della Cannabis, con buona pace di Giovanardi, è ancora
aperto: i famosi buchi nel cervello per i consumatori sono ancora tutti
da dimostrare anche se si può convenire che su alcuni soggetti
adolescenti un aumento dei rischi legato all’abuso e a condizioni
psico-socio-ambientali difficili, pone un problema psicologico prima
ancora che educativo. La dipendenza è ampiamente dimostrata non esistere,
come il passaggio automatico da questa sostanza ad altre sostanze
maggiormente pericolose. Insomma, il rischio di una nazione di drogati
non appartiene alla realtà .
Il problema etico per gli stati europei non dovrebbe
porsi , dato che tassazioni e lucro sulle bevande alcoliche sono cosa
antica e, da qualche anno a questa parte, anche sul gioco di azzardo non
ci si fa mancare nulla. Se aggiungiamo che entrambe queste voci di
bilancio incidono su fenomeni ben più gravi rispetto al fumare uno
spinello, con conseguenze e costi sociali enormi, si dovrebbe convenire
che la morale è una sola: ciò che va regolamentato in uno stato moderno
riguarda la diffusione di un consumo, non la sua presunta conformitÃ
alle convenzioni sociali.
Insomma, penso che stiano maturando le condizioni in cui si può tornare a
riflettere sulla questione: alcuni paesi lo stanno ipotizzando e la
fame di danaro potrebbe abbattere le resistenze che fino a oggi,
unitamente al terrorismo psicologico che si è sempre fatto, hanno
impedito anche solo il discuterne. E poi rimane invariato il vecchio
discorso delle mafie che ne sarebbero danneggiate, ma
questo è chiacchiera che, in un paese in cui gli stessi rappresentati
politici sono talvolta sospettati e in odor di mafiosità , diventa puro
esercizio stilistico.
Da il Fatto Quotidiano
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