LO SCANDALO DEL GRAN PREMIO DI FORMULA UNO

nov 4, 2011 0 comments
DI VIDYADHAR DATE
Countercurrents.org

Non ci sono marciapiedi per i pedoni nella maggior parte dell’India e le strade sono piene di buche anche a Mumbai, la capitale finanziarie. Ma l’élite indiana si sta congratulando per aver creato un tracciato sofisticato per un Gran Premio di Formula 1 a Noida vicino a Delhi.
Le strade sono così a pezzi nella zona di Mumbai che una donna è stata uccisa la scorsa settimana dopo che è caduta in una buca nei pressi di Badlapur. E la polizia ha incriminato il figlio della sua morte per negligenza. Solo il furore della gente ha convinto le autorità a ritirare la denuncia contro il figlio e avviare un’indagine contro i funzionari che hanno avviato la causa contro di lui.

Coloro che gestiscono lo sport in India stanno negando le più elementari strutture alle masse proprio quando sono immersi fino al collo nella corruzione e nell’incompetenza. Invece di fare ammenda, si sono coalizzati per la corsa di Formula 1, una forma di intrattenimento associata con lo sciovinismo maschile, il fascismo e le bustarelle.
I dirigenti sportivi indiani sono stati sputtanati dall’evidente corruzione dei Giochi del Commonwealth, dalla sconfitta vergognosa sofferta dalla squadra di prova di cricket in Inghilterra e dallo scandalo del doping di atleti importanti.
L’élite indiana ha risibilmente cercato di utilizzare la vittoria nella Coppa del Mondo di cricket per potersene vantare. È una cosa ridicola, perché solo una manciata di nazioni giocano a cricket. Ma anche quel piccolo asso nella manica è svanito dopo la visita in Inghilterra.
E l’India non è riuscita neppure a qualificarsi per la Coppa del Mondo di calcio, il gioco più importante e popolare. Ma ha abbastanza risorse per prodigarsi nella stravagante e ambientalmente distruttiva impresa del Gran Premio. La Formula 1 non può essere neppure chiamato uno sport, come ha già evidenziato M. S. Gill, ex ministro dello Sport ed ex commissionario in capo per le elezioni. La corsa di Formula 1 è piena di scandali.
Molti politici considerano la Formula 1 un evento mondano che potrebbe sancire l’arrivo dell’India tra le nazioni moderne dell’arena internazionale. E per questo vari ministri di diversi stati in momenti diversi, come Sushilkumar Shinde nel Maharashtra, Chandrababu Naidu nell’Andhra Pradesh e Bhupinder Singh Hooda nell’Haryana si sono mossi per fare la corte ai boss della Formula 1. Persino il governo del CPM nel Bengala Occidentale ha manifestato il proprio interesse per il progetto nel 2001 e ha per questo istituito un consiglio di sport motoristici, attribuendogli 850 acri di terra.
Ed è un’idea crudele il fatto che il tracciato di Noida è stato intitolato Buddh International da Gautam Buddha, la cui antica filosofia è la negazione assoluta della sfacciata cultura consumista basata sull’avidità e la velocità che la Formula 1 rappresenta.
Un altro aspetto ironico viene dal progetto avviato da Suresh Kalmadi, l’ex ministro dello Sport caduto in disgrazia e presidente dell’Associazione Olimpica Indiana, e dalla corruzione che lo ha visto protagonista dei Giochi del Commonwealth. Nel 2007 annunciò improvvisamente la decisione dell’Associazione di favorire l’ambizione dell’élite indiana per ospitare il Gran Premio di Formula 1.
L’annuncio prese alla sprovvista anche l’industria delle corse e Vicki Chandhok, il direttore del settore sportivo motoristico in India, si chiese da dove sarebbero usciti i fondi smisurati che erano necessari.
Kalmadi promise di strappare il sostegno dai governi centrali e degli stati per costruire il circuito e i membri della sua famiglia avevano contatti con la compagnia commerciale che entrò nell’accordo per il tracciato.
Le corse della Formula 1 sono state al centro di numerosi scandali e hanno un carattere altamente anti-democratico. Il suo management ha connessioni col fascismo. Bernie Ecclestone, il capo ottantunenne della Formula 1, ha detto apertamente nel 2009 che preferiva i regimi totalitari alle democrazie e aveva elogiato Adolf Hitler, il dittatore tedesco, per la sua abilità nel fare le cose.
In un’intervista col Times si disse a favore di un governo basato sulla tirannia. È noto anche per le sue affermazioni contro gli ebrei e le donne. La villa di Kensington Palace Gardens, in cui risiede Lakshmi Mittal, è stata acquistata dal magnate dell’acciaio proprio da Ecclestone. Questo è il mondo fisico e mentale in cui vivono queste persone.
La donazione di Ecclestone al partito Laburista in Inghilterra ha portato alla controversa decisione del governo di togliere il divieto di sponsorizzare le aziende che lavorano il tabacco che durava dal 1997. Dopo di che l’Unione Europea ha deciso di vietare la sponsorizzazione del tabacco nelle corse motoristiche. Ma la Ferrari, il principale attore della Formula 1, ha concluso un accordo gigantesco con la Philip Morris, la produttrice delle sigarette Marlboro, fino al 2015.
Ciò ha provocato forti proteste dell’industria della salute. John Britton, uno dei più eminenti specialisti, ha sollecitato un’indagine del governo britannico e ha chiesto alla BBC di considerare se sia appropriato mandare in onda la Formula 1 quando le vetture della Ferrari portano un codice a barre che ricorda ai telespettatori le sigarette della Marlboro.
Con la legislazione approvata nel 2002 da Londra e Bruxelles, le compagnie del tabacco commettono un reato sponsorizzando un evento sportivo.
È strano che Sachin Tendulkar, l’asso del cricket, si sia unito nel promuovere il progetto dispendiosissimo per le corse, che sta diventando sempre più anacronistico nel contesto di un aumento dei prezzi dei carburanti, dell’inquinamento e del riscaldamento globale. È stato coinvolto in una controversia dopo l’importazione della sua Ferrari, su cui il governo ha rinunciato a riscuotere i dazi dopo forti insistenze da parte sua recentemente ha venduto l’auto sportiva a un uomo d’affari di Gujarat, e la cosa sembra un po’ strana dato che si credeva fosse un regalo di Schumacher, l’ex campione di Formula 1, nel 2002. Tendulkar sta ora collaborando con Sheikh al Makhtoum di Dubai e con Anjana Reddy che vive negli USA per organizzare un campionato indiano di corse.
La Formula 1 è un contesto tremendamente corrotto, avido e davvero sinistro, ha scritto Katherine Butler, un’esperta giornalista, sull’Independent (14 giugno 2011) dopo aver visto un film sulla figura leggendaria di Ayrton Senna, che morì in un incidente durante un Gran Premio nel 1994. per caso il film è diretto da Asif Kapadia, un britannico di origine indiane, e la sceneggiatura è di Manish Pandey, un indiano non residente con una formazione da chirurgo.
Le corse delle auto sono stati elefanti bianchi in molti paesi, analoghe alle esperienze avute con gli enormi stadi costruiti per le Olimpiadi o altri grandi eventi che poi rimangono inutilizzati dopo aver risucchiato un’immensità di fondi pubblici. I circuiti della Formula 1 sono tremendamente cari e necessitano di un’enorme logistica, come speciali strutture agli aeroporti per il trasporto delle vetture per la corsa. Sepang in Malesia ha un parcheggio per 13.000 auto. Riservare uno spazio così enorme per le auto è completamente ingiustificato in un ambiente dove gli spazi pubblici si stanno rapidamente restringendo nelle zone urbane indiane. Anche a Austin in Texas ci sono forti critiche per i soldi che vengono spesi nella costruzione del circuito quando non ci sono abbastanza soldi per finanziare le scuole. Per di più, è stato proposto di organizzare le corse nelle strade del New Jersey.
I boss della Formula 1 sono stati oggetto di critiche anche per aver mostrato insensibilità verso le violazioni dei diritti umani praticate dalla classe al governo in Bahrein dopo le recente proteste a favore della democrazia.
Malgrado le forti rivolte nel paese, gli organizzatori hanno voluto proseguire con le corse in Bahrein. E solo grazie alla pressione dell’opinione pubblica sono stati costretti a posticipare la competizione all’anno successivo. Anche i medici e le infermiere che hanno assistito i feriti nelle manifestazioni sono stati arrestati. Circa trenta persone sono state uccise.
Le autorità indiane non sembrano meno ciniche. E se il tracciato di Delhi non è abbastanza, anche Maharashtra ne vuole uno per sé. La Maharashtra State Road Development Corporation (MSRDC) sta cercando un lotto dai 400 ai 500 acri nei pressi di Mumbai, e la cosa sembra davvero disturbante considerando che la metropoli manca di spazio per le necessità di base. Ma l’attività della MSRDC è quella di promuovere i circuiti automobilistici per la mostra del capitale internazionale e delle ultime vetture superveloci?
Vijay Mallya, l’edonista assoluto, “il re del divertimento”, barone dei liquori e sostenitore delle corse delle auto, qualche tempo fa cha richiesto che Rajpath , un luogo fondamentale di Nuova Delhi, venga usato per le corse delle auto. Questa sarebbe l’invasione definitiva e il dominio delle strade da parte della lobby automobilistica, dato che oramai non è rimasto più spazio per i pedoni. Non c’è da sorprendersi che l’India abbia il numero maggiori di morti per gli incidenti stradali nel mondo e che la gran parte delle vittime siano pedoni. Costruire tracciati per corse superveloci è davvero strano in un paese dove le strade per il trasporto quotidiano sono piene di buche e ogni giorno vanno sulle prime pagine dei giornali.
Il circuito di Formula 1 a Shanghai è assolutamente sottoutilizzato e la persona che promosse il progetto in Cina è stato incarcerato nel 2008 per essersi impossessato di fondi pubblici.
La risposta per le corse di Formula 1 è stata tiepida persino in Corea del Sud, che comunque è una grande costruttrice di vetture. I prezzi dei biglietti sono stati ridotti per attrarre le persone.
La sede di Noida, progettata dall’architetto specialista Hermann Tilke, avrà una capienza di 150.000 spettatori. Tutta la faccenda sembra crudelmente farsesca, dato che l’interesse per le corse delle auto in India è riservato a poche tasche. Il progetto ha ricevuto la forte resistenza dei residenti che hanno visto la propria vita rovinata. I bambini ora devono arrancare per chilometri per raggiungere la scuola o devono fare un lungo viaggio in bus. La persone che abitano nella zona non hanno forniture regolari di elettricità o di acqua. Il circuito per le corse e una “cittadella sportiva” che sorgerà in una zona di 2500 con un campo da golf altri da tennis si prenderanno tutte le risorse. I biglietti minimi a 2500 rupie vanno ben oltre le possibilità di un indiano comune, ma secondo gli organizzatori i prezzi sono modesti.
Il circuito di Formula 1 in India ha portato a un rapido peggioramento della vita e della socialità dei residenti, così era intitolato un recente articolo del Guardian (14 agosto 2011). Alcuni agricoltori erano diventati ricchi per la vendita delle proprie terre e si erano comprati auto veloci, ma ora, senza il terreno, non sanno come riuscire a tirare avanti e presto saranno senza mezzi per vivere.
Le corse di Formula 1 non sono mai a corto di scandali. Tempo fa, al pilota di una Renault fu chiesto di fare un incidente con la propria auto nel Gran Premio di Singapore per avvantaggiare il suo compagno di scuderia. La squadra della Renault fu poi sospesa per due anni. Non è più uno sport. Il veleno si è oramai diffuso in ogni anfratto. La Formula 1 è una perdita di soldi, è rumorosa, noiosa, volgare e sciocca, come ha scritto Mary Ann Sieghart sul Sunday Times (21 marzo 2008).
Le corse motoristiche sono state uno dei motori principali dello sviluppo del capitalismo del mondo occidentale negli ultimi decenni e la velocità è cruciale in una società competitiva. E quale modo migliore per dimostrare e asserire la forza e la presunta superiorità del capitalismo se non con queste corse che hanno un grosso impatto televisivo in tutto il mondo. È triste dire che le corse sono uno degli eventi più popolari in televisione e l’attenzione richiesta la rende cruciale per la promozione del consumismo, della pubblicità e del capitalismo. Paul Sweezy ha affrontato la politica economica dell’auto in un saggio interessante su Monthly Review dell’aprile del 1973.
Paul Virilio, filosofo francese e autore del libro “Velocità e politica”, dice che quanto più la velocità aumenta, tanto più diminuisce la libertà. Ciò che guida la nostra società tecnocratica è il militarismo e la velocità. Il cosiddetto progresso è terrificante.
Ha coniato la parola “dromocrazia” basandosi sulla parola greca “dromos”, che significa corsa. Afferma che la Dromocrazia è il potere di governare con la velocità. Quindi la velocità è uno degli strumenti con cui li ricco soggioga e domina il povero. Il ricco e il potente si crea un’aura per la propria superiorità tecnologica, il proprio dominio.
Le corse delle auto sono sempre più associate con l’avidità, la globalizzazione e il fascismo, e sono gestite da persone prive di scrupoli. È un gioco dove si possono fare molti soldi senza venga posta la minima domanda, ha commentato il Guardian (12 marzo 2009).
È proprio per questa ricerca di nuovi mercati per le corse delle auto, così come di mercati di consumatori e di telespettatori inebetiti, che le corse automobilistiche vengono così cinicamente promosse in vari paesi dove c’è scarso interesse per questa competizione. Questo è li motivo per cui la Grecia, che sta affondando in una crisi economica, ha acconsentito di portare la Formula 1 nella nazione, ovviamente dopo la pressioni della lobby automobilistica.
Le corse delle auto sono inoltre segnate dallo sciovinismo maschile e hanno cercato di scoraggiare le donne pilota. “Una donna con le tette grosse non potrebbe stare comoda in una vettura per le corse, ve lo immaginate un meccanismo che la toglie dall’abitacolo?”, ha detto il pilota Jenson Button.
Il mondo sessista e sciovinista della Formula 1 è stato descritto dettagliatamente da Beverley Turner, un ex presentatrice televisiva delle corse di auto, nel suo libro “Pits – the real world of Formula One”. Lei cita David Coulthard, un ex campione di Formula 1, che ritiene che la donna non ha l’attitudine necessaria per diventare pilota. Era colui che guidò a velocità folle sul viadotto Bandra a Mumbai nel 2009, all’inaugurazione della seconda fase del ponte. Non rispettò l’accordo per la velocità da tenere, ma poi non si scusò con nessuno.
La polizia di Mumbai, presente in forze alla cerimonia, non si è mossa quando ha guidato la sua Red Bull a 260 km orari, facendosi beffe del limite di 50. L’evento è stato utilizzato dalla lobby delle corse per la promozione della cultura della Formula 1 in India. Non c’è da sorprendersi, dato che è la cultura desiderata dal neoliberismo.

Fonte: The Scandal Of Formula 1 Motor Racing
30.10.2011
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

Da Come Don Chisciotte

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