Lo stato visibile e lo stato invisibile

giu 2, 2012 0 comments
Di Lew Rockwell
È di Frédéric Bastiat la famosa osservazione che lo stato ci costa in modi che possiamo vedere ed in altri che non vediamo. Gli economisti tendono a concentrarsi sul secondo tipo perché elude la percezione pubblica. Quali invenzioni ci sono negate a causa delle regolamentazioni? Che cosa potrebbe essere fatto con le risorse che sono state deviate nelle tasse o nei prezzi più cari dovuti al protezionismo? Le risposte dimostrano che, a causa dell'intervento, stiamo peggio di quanto pensiamo.

A volte, tuttavia, dovremmo anche esaminare i costi potenzialmente visibili dello stato, se non altro perché lo stato non vuole che vediamo neanche quelli. Si tratta delle distruzioni dirette causate da alcune attività dello stato, in particolare dalla guerra. Vedere la guerra nelle fotografie cambia le cose. Ci induce a guardare la guerra dello stato e quello che fa alla gente: a noi e a loro.

Ecco perchè lo stato non vuole che le immagini di americani morti o feriti circolino in pubblico. I media, per la maggior parte, obbedicono. L'avete mai notato? Vi viene mostrato solo ciò che il governo vuole che vediate. Lo stato non vuole che vediate soldati morti o famiglie dei caduti che soffrono.

Invece lo stato vuole che crediate che la guerra in Iraq sia patriottismo, 9/11, orgoglio nazionale, una campagna per rendervi più sicuri, amministrazione della giustizia, virilità e coraggio e tutte le altre coperture per cos'è la guerra realmente: omicidio e distruzione pagati da voi e me e resi legali solamente perché è lo stato e non qualcun altro a farla.

Prendete l'immagine di un soldato morto, o di un bambino di una famiglia irachena uccisa, pubblicatela sul vostro blog e cosa accade? Il giornalista e fotografo Zoriah Miller lo ha scoperto. È stato cacciato via dal suo “embed,” che è il nome dato al gruppo di giornalisti a cui è consentito di viaggiare con un gruppo di soldati e riportare quello che al comando vogliono riportato. In seguito, gli è stato proibito di viaggiare in qualsiasi regione irachena presidiata dai Marine. Il comando militare ha cercato di cacciarlo via definitivamente dal paese.

Sì, tutto sembra molto premoderno e primitivo, e contrario ad ogni nostra devozione per il flusso libero delle informazioni: il primo emendamento e tutto il resto. Ma dal punto di vista del governo, sta conducendo una guerra e deve controllare quello che la gente conosce a questo proposito nella stessa misura in cui controlla tutto ciò che riguarda la guerra. Di conseguenza, dopo 4.000 soldati morti, innumerevoli centinaia di migliaia di morti iracheni, milioni di feriti da ogni lato, si può trovare soltanto una manciata di immagini sanguinolente.

Non è stupefacente, quanto lo stato possa realmente essere efficace quando si preoccupa intensamente per qualcosa? E perché si preoccupa così tanto? Un motivo, dicono, è che le foto forniscono al nemico informazioni sull'efficacia del loro attacco e della risposta. In effetti, questo è come affermare che qualsiasi cosa diversa dalla propaganda approvata sia sovversione e tradimento. Comunque, possiamo essere dannatamente sicuri che quando il nemico colpisce, il nemico lo sa.

Un altro proclama – e in realtà dicono la stessa cosa dalla Prima Guerra Mondiale ad oggi – il loro interesse principale è di proteggere le famiglie dei morti dallo shock, dalla violazione della privacy e dall'umiliazione. Forse questo può suonare plausibile, ma un altro punto di vista è che lo stato è soprattutto interessato nella continua promozione del mito per cui questi ragazzi stanno morendo per il loro paese, e non c'è gente più importante da convincere dei genitori dei morti.

Ma realmente, soltanto i più naïf potrebbero possibilmente credere che questa sia la vera ragione delle regole. Vogliono proteggere il resto di noi dalla realtà. La guerra del Vietnam ha perso il massiccio supporto nel paese quando i militari hanno allentato la stretta sul fotogiornalismo. Le poche immagini che abbiamo della Seconda Guerra Mondiale datano tutte a partire da un periodo dopo che FDR si era ugualmente piegato alla pressione pubblica.

Ad un livello, è patetico che abbiamo bisogno delle immagini per sottolineare cosa sia la guerra. Ma dal mondo antico, le masse nel loro insieme si sono dimostrate suscettibili a credere ad ogni mito sulla grandiosità e la gloria della guerra. Immaginiamo che noi come popolo stiamo andando all'estero a portare la giustizia, la verità e la libertà ad una certa tribù straniera ottenebrata e minacciosa. Questo è stato il tema costante dal mondo antico.

Poi vediamo le immagini. Ne viene fuori che la tribù ottenebrata è un insieme di individui praticamente come noi. Sono fatti di carne e di anima, hanno famiglie, adorano Dio e lottano con praticamente gli stessi problemi con cui tutti i popoli, dovunque, hanno da sempre lottato. Non c'è alcuna grande gloria nell'ucciderli, né nell'essere da loro uccisi.

Ma lo stato dice che a volte la guerra è necessaria. Se i nostri padroni realmente lo credono, perché ne nascondono i costi? Facciamo attenzione a questo. Se è giustificata, fateci vedere perché e come e fateci vedere cosa stiamo pagando in cambio della giusta guerra.

La verità è che lo stato deve nascondere non solo le sue guerre, ma tutte le sue attività. Nasconde la sua inflazione. Nasconde gli effetti delle sue tasse e del suo protezionismo. Teme chiunque tracci il collegamento di causa e effetto fra le sue attività e le loro conseguenze deleterie per il resto di noi. È la forza più distruttiva nel nostro mondo. Poiché questa verità è così importante, lo stato fa tutto il possibile per nascondere la più piccola goccia di sangue.

Lo stato vuole che tutti noi tiriamo avanti con le nostre vite, credendogli, amandolo e vedendo soltanto le immagini che vuole farci vedere.

Fonte: http://mises.org/daily/3061

Da la Voce del Gongoro

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