Chiude "E - il mensile". La crisi fa un’altra vittima illustre

lug 16, 2012 0 comments
Fonte:  http://www.agoravox.it/Chiude-E-il-mensile-La-crisi-fa-un.html
 
 Di Pleo
E-il mensile chiude, a comunicarlo è il direttore Maso Notarianni. "E" nasceva nell'aprile del 2011 dalle ceneri di Peace Reporter, punto di riferimento per tanti anni per chi era interessato a temi di attualità internazionale e di esteri in generale. E' stata una delle più importanti realtà online sia per numeri che per qualità, fino ad arrivare a essere punto di riferimento per tutto il panorama italiano dell'informazione.
Vittima della crisi del settore, come dice Notarianni, "rabbiosamente ci arrendiamo al mercato". Ecco "il difficile addio" del direttore:
Oggi ci salutiamo, dunque. Chiudiamo la baracca, come si dice. L’ultimo numero del mensile E sarà quello di agosto, tutto da leggere a partire dall’editoriale di saluto del direttore Gianni Mura, e il sito si fermerà l’ultimo venerdì di luglio. Ma era giusto avvisare per tempo. Siamo consapevoli di lasciare un buco importante, ma certi anche di aver assolto al compito fondativo: quello di far aprire gli occhi su quel che accade nel mondo. Di avvicinare culture e raccontarle per come sono, e cioè più vicine e simili di quanto molti pensano perché ingannati da una informazione spesso troppo superficiale.
Rabbiosamente ci arrendiamo al mercato, pessimo misuratore della qualità dell’informazione, drogato in Italia più che in qualsiasi altro paese occidentale dal perverso rapporto tra editori e politica (che ha generato una tra le peggiori leggi per il sostegno all’editoria che si possa immaginare) e tra editori e affari, che non è solo il “conflitto di interessi” di Berlusconi, ma il fatto che non ci siano editori puri che si misurano con il libero mercato. E che informazione, pubblicità, distribuzione (sia fisica che virtuale) dei contenuti giornalistici siano concentrati nelle mani di pochi che gestiscono a cartello l’esistenza in vita di questo e di quello. Non a caso l’Italia è al 62° posto nel mondo nella classifica che racconta della libertà di stampa.
<a href='http://adsy.publy.it/www/delivery/ck.php?n=a3776831&cb=397415030' target='_blank'><img src='http://adsy.publy.it/www/delivery/avw.php?zoneid=926&cb=397415030&n=a3776831' border='0' alt='' /></a>
(...)
Oggi ci salutiamo, in un mondo che è parecchio cambiato rispetto al 2003, ma che ancora deve sciogliere i nodi drammatici che impediscono la convivenza civile tra i popoli. Eravamo ottimisti, quando nascemmo, perché c’era un enorme movimento planetario per la pace. Non un movimento genericamente pacifista, ma consapevole del fatto che la pace può essere costruita solo costruendo diritti, facendo rispettare quella Dichiarazione Universale che se fosse applicata davvero impedirebbe i grandi squilibri tra nord e sud del mondo, tra paesi ricchi e paesi poveri, ma anche garantirebbe a tutti una vita migliore e più degna di essere vissuta. Le pari opportunità (di sesso, di censo, di classe, di colore), il diritto all’istruzione, alla sanità, al lavoro.
Dopodiché chiudiamo quando questi diritti evaporano rapidamente anche nel nostro Paese, e questa è la nostra sconfitta. Che speriamo possa essere solo momentanea. Perché nessuno di noi smetterà di battersi perché questi diritti siano riconosciuti e rispettati, in Italia e nel mondo.

Qui tutto l'editoriale d'addio.

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