Una donna di 41 anni è stata violentata nel suo appartamento nella periferia est di Milano dal fattorino che le avrebbe dovuto consegnare la pizza. "Sei a casa da sola?", le ha chiesto l'uomo sull'uscio di casa. Roberta, senza pensare, ha risposto con una battuta: "Stasera siamo io e il gatto". Dopodiché l'inferno: l'uomo è entrato, ha appoggiato il cartone della pizza su un tavolino e ha richiuso la porta alle sue spalle. Ha scaraventato Roberta sul divano e ha abusato di lei, per poi scomparire. Ora è ancora a piede libero, e il paradosso è che lavorava nella pizzeria sotto casa di Roberta, gestita da un egiziano. Anche l'aggressore, a quanto si sa, sarebbe egiziano.
A raccontare il dramma di Roberta è un articolo del Corriere della Sera, in cui si ricorda che nella città dell'Expo si registra un caso di abuso al giorno.
Roberta non ha il tempo di urlare: lui la butta sul divano, si getta sopra di lei, le strappa i vestiti. Inizia a toccarla e a spogliarsi. Lei non grida. Neppure quando il giovane nordafricano si ricompone, prende quaranta euro che trova nel portafoglio ed esce di casa. Da quel momento in poi la donna dice di non essere neppure riuscita a dare l’allarme. Lo farà alle sette di mattina del giorno dopo, 24 aprile, quando manda un sms ad un’amica: «Mi hanno violentata».
Per Roberta l'incubo non è ancora finito: teme che quel ragazzo, o qualcuno per lui, possa tornare e farle ancora del male. "È terrorizzata, non riesce a uscire di casa. Ha paura che quel ragazzo possa tornare, che qualcuno voglia costringerla a ritirare la denuncia", racconta chi le sta vicino.
Scrive ancora il Corriere:
Già il 24 aprile pomeriggio, dopo gli esami alla clinica Mangiagalli, Roberta era stata avvicinata in un bar sotto casa dal proprietario della pizzeria e da un «cugino» del violentatore: «Vediamo se possiamo sistemare quello che è successo». Lei era scappata via, in lacrime. «Ãˆ terrorizzata, non riesce a uscire di casa. Ha paura che quel ragazzo possa tornare, che qualcuno voglia costringerla a ritirare la denuncia», racconta chi le sta vicino. Già il 24 aprile pomeriggio, dopo gli esami alla Mangiagalli, Roberta era stata avvicinata in un bar sotto casa dal proprietario della pizzeria e da un «cugino» del violentatore: «Vediamo se possiamo sistemare quello che è successo». Lei era scappata via, in lacrime.
La storia di Roberta ricorda, all'inverso, quella di una donna che negli Stati Uniti era riuscita a mettersi in salvo da una violenza domestica chiamando il 911 fingendo di ordinare una pizza.
Tra i primi a commentare la vicenda c'è Matteo Salvini, che su Facebook auspica l'introduzione della castrazione chimica in Italia. "Milano, una donna ordina una pizza a casa e viene violentata. Lo schifoso sarebbe un giovane egiziano, ancora libero. Quante altre violenze dovremo aspettare, prima di introdurre anche in Italia la pena, anzi la cura, della castrazione chimica?".
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