Le bandiere nere “oltre-cortina”: ISIS e al-Qaeda in Bosnia

giu 1, 2015 0 comments
Di Giovanni Giacalone
Notizie sempre più allarmanti giungono dalla Bosnia-Erzegovina per la presenza di jihadisti legati a ISIS e al-Qaeda. Tre giorni fa il sito serbo Novosti.rs ha reso nota l’esistenza di potenziali campi di addestramento degli estremisti islamici a soli 250 km da Belgrado, citando in particolare l’area di Osve, un agglomerato wahhabita di poche case in mezzo alle montagne, collocato a meno di 10km a ovest di Maglaj, una delle dodici municipalità del cantone Zenica-Doboj. Da qui sarebbero partiti una dozzina di volontari unitisi alle file jihadiste in Siria. 1 Recentemente anche il noto giornalista e corrispondente di guerra, Fausto Biloslavo, ha parlato di Osve, dopo un suo viaggio nella zona:
“Osve dove sembra di vivere in un emirato talebano con le donne coperte dalla testa ai piedi. Fra le case di Osve, una volta villaggio serbo, sventola la bandiera nera. Il figlio di Hamdo, Emrah Fojnica, si è fatto saltare in aria a 23 anni. Assieme a lui sarebbero partiti da quest’area una ventina di mujaheddin”. 2 Non è semplice arrivare a Osve: l’unica via d’accesso è una piccola strada tortuosa che si perde all’interno della foresta, tra monti e gole; un luogo isolato e ideale per l’istallazione di campi di addestramento, come confermato dall’esperto di anti-terrorismo Zevad Galijasevic, il quale ha spiegato che a Osve sono presenti poche decine di case, di cui soltanto tre risultano abitate. I jihadisti vi si recano per pochi giorni, giusto il tempo necessario per un rapido addestramento, prima di proseguire per altre destinazioni. 3 4
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Secondo Bosnia Today, diversi jihadisti legati all’ISIS avrebbero acquistato terreni nella zona di Osve; tra questi figurerebbero anche Jasin Rizvic (attualmente in Siria a combattere) e Harun Mehicevic, wahhabita con cittadinanza australiana e originario di Mostar, a capo del centro islamico “al-Furqan” di Springvale South, più volte finito nel mirino dell’anti-terrorismo australiano. 5 Fonti serbe avevano inoltre reso noto che Mehicevic sarebbe stato in contatto con Avdullah Hasanovic, arrestato per l’attentato dello scorso 27 aprile alla stazione di polizia di Zvornik, in quanto considerato dagli inquirenti il reclutatore dell’esecutore materiale, il ventiquattrenne Nerdin Ibric. I due si sarebbero conosciuti tre anni prima nel villaggio di Gornja Maoca. Mehicevic pare sia in procinto di lasciare l’Australia per rientrare nel suo paese d’origine.6 7 8 9 Un altro elemento di spicco di Osve risulta essere il predicatore Izet Hadzic, il quale ha dichiarato che inizialmente sarebbe voluto partire per la Siria a combattere, ma in seguito avrebbe cambiato idea per evitare di partecipare a un conflitto tra musulmani. 10 La SIPA ha reso noto che sono in corso scrupolosi accertamenti per verificare i possibili acquisti di terreni da parte di personaggi legati al finanziamento, al reclutamento e alla militanza jihadista.
In seguito all’attentato di Zvornik, le autorità avevano dato il via all’operazione “Ruben”, arrestando una trentina di sospettati sul territorio della Republika Srpska e a undici dei quali è stata confermata la custodia cautelare. Alcuni pare siano ex combattenti jihadisti in Siria e reclutatori. Durante i raid, la polizia aveva rinvenuto armi, munizioni, giubbotti anti-proiettile, uniformi e materiale propagandistico. 11 Nel settembre del 2014 la SIPA ha poi messo in atto l’operazione “Damasco” che ha portato all’arresto di diversi esponenti del jihadismo bosniaco tra cui Bilal Bosnic, tutt’oggi in carcere con l’accusa di reclutamento e propaganda a favore dell’ISIS. Bosnic aveva uno stretto legame con l’Italia, dove si era recato più volte, ospite di centri islamici a Pordenone, Cremona, Bergamo, Siena e Roma. Gli inquirenti ritengono che sia stato lui a reclutare diversi volontari balcanici residenti in Italia tra cui Ismar Mesinovic, Munifer Karamaleski ed Elmir Avmedoski. Bilal Bosnic aveva messo in piedi una vera e propria enclave wahhabita nella zona di Buzim, a poche centinaia di metri da un confine croato privo di controlli, attraverso il quale è possibile transitare liberamente per raggiungere l’Unione Europea. Nella zona di Gornja Maoca è invece presente un filone legato a Nusret Imamovic, predicatore filo-qaedista, reclutatore, recatosi in Siria a combattere nelle file di Jabhat al-Nusra. 12 La scorsa settimana le autorità italiane hanno emesso un decreto di espulsione per Arslan Osmanoski, residente nel pordenonese e considerato ideologicamente vicino a Nusret Imamovic e a Ebu Muhammed, musulmano bosniaco legato a movimenti salafiti di ideologia takfirista della moschea Sahaba di Vienna, sospettato di collegamenti con l’attentato terroristico contro la stazione di Polizia di Bugojno (Bosnia-Erzegovina) nel dicembre 2010. 13

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