Arriva da Sassari Annabel, il primo cervello artificiale che interagisce con l'uomo

nov 12, 2015 0 comments
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Si chiama Annabell ed ha imparato a riconoscere parole e regole del linguaggio umano 'dialogando' con l'uomo. E' il cervello artificiale nato in Italia e che ha imparato tutto da zero. Era una 'tabula rasa' che ora sa dialogare con l'uomo grazie ai suoi due milioni di neuroni artificiali interconnessi. Descritta nella rivista Plos One, Annabell è stata realizzata dal gruppo dell'università di Sassari coordinato da Bruno Golosio, in collaborazione con il gruppo di Angelo Cangelosi, dell'università britannica di Plymouth. '





'E' una sorta di cervello artificiale sviluppato per capire come le nostre competenze linguistiche emergono dai processi neurali che avvengono nel cervello'', ha spiegato Golosio. Per il momento Annabell (Artificial Neural Network with Adaptive Behavior Exploited for Language Learning) è un modello cognitivo che esiste in un computer, ma è destinata a crescere. Se adesso il suo cervello ha imparato a usare il linguaggio umano, un domani potrebbe imparare anche da percezioni sensoriali. Potrebbe, per esempio, avere qualcosa di simile alla vista e al tatto, insieme alla capacità di localizzare oggetti nello spazio e di controllare i movimenti. Una sorta di robot molto sofisticato, insomma.
Non per caso nel laboratorio di Cangelosi a Plymouth si trova un esemplare di I-Cub, il robot bambino realizzato in Italia dall'Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). Un robot del genere potrebbe forse essere il banco di prova per l'evoluzione di Annabell. Per il momento, comunque, Annabell è uno straordinario simulatore: per la prima volta permette di studiare in dettaglio i processi che rendono possibile sviluppare una funzione complessa come il linguaggio in un organo complicato come il cervello umano, formato da circa un miliardo di neuroni in comunicazione tra loro attraverso segnali elettrici.
In questo ambito Annabell ha già raggiunto un primo risultato tutt'altro che trascurabile: ''dimostriamo - ha rilevato Golosio - che le operazioni complesse alla base del linguaggio umano possono essere eseguite da architettura neurale''. E' un dato importante nel dibattito che da decenni divide gli studiosi del linguaggio fra coloro che, come Noam Chomsky, sostengono che si basa su conoscenze innate e chi è convinto del contrario. All'inizio Annabell ''non sapeva nulla del significato di parole e parti del discorso, ma ha dimostrato di poter sviluppare competenze linguistiche. E' solo un primo passo in questa direzione''.
Annabell ha ancora molto da fare e da imparare, ma ''crescerà: la caratteristica importante di questo sistema è che è espandibile, ossia è in grado di migliorare le sue capacità con il crescere del numero di neuroni. Certamente lo faremo''. 

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