La crisi in Yemen sulla pelle dei bambini

gen 22, 2016 0 comments
Sono 1,3 milioni i bambini sotto i 5 anni in Yemen che soffrono di malnutrizione acuta, un numero senza precedenti e pari a 1/3 della popolazione in quella fascia di età, denuncia Save the Children, l’organizzazione internazionale indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e difenderne i diritti.
In un nuovo rapporto “Forgotten Crisis, Forgotten Children: Millions of Yemen’s Children Going Hungry”diffuso mentre sono in corso i negoziati di pace a Ginevra, l’Organizzazione segnala che sono 8 milioni i bambini di ogni età che ogni giorno soffrono la fame. Molti altri bambini e le loro famiglie in Yemen sono sempre più esposti al rischio di malnutrizione acuta a causa del crollo degli approvvigionamenti e dell’impennata dei prezzi, con un livello di povertà che continua a crescere e che era già il più elevato tra i tutti i paesi del Medio Oriente anche prima del conflitto.
“I negoziati di Ginevra sono questione di vita o di morte per centinaia di migliaia di bambini, e ogni giorno di conflitto in più aumenta il rischio di una vera e propria carestia causata dall’uomo. I combattimenti impediscono alle persone di procurarsi il cibo, la benzina, l’acqua potabile e le medicine di cui hanno disperatamente bisogno. I leader seduti al tavolo hanno in mano il futuro di un’intera generazione, e devono raggiungere un accordo di cessate al fuoco permanente e stabilire un percorso di negoziati di pace tra tutte le parti coinvolte, e porre fine al blocco di fatto che impedisce il passaggio dei rifornimenti necessari,” ha dichiarato Edward Santiago, Direttore di Save the Children in Yemen.
Come racconta Amira, 27 anni, di Amran “I prezzi sono anche tre volte superiori a prima del conflitto. Se siamo fortunati riusciamo a rimediare un pollo una volta a settimana, ma deve bastare per 19 persone e molte volte andiamo a dormire affamati, senza cena, e i miei fratellini e sorelline non capiscono perché.” Uno dei fratelli di Amira, Marwan, di 7 anni, dice ”Quando sono costretto ad andare a scuola senza aver potuto mangiare neanche un po’ mi chiedo se sarà cosi anche il giorno dopo.”
Prima della crisi, l’80-90% degli alimenti principali in Yemen erano importati. Il blocco di fatto presente da quando è iniziato il conflitto il 26 Marzo scorso, ha portato milioni di persone a soffrire ancora di più la fame. Anche se le restrizioni alle importazioni sono state recentemente mitigate, la situazione accumulata e la mancanza di sicurezza ovunque impediscono la distribuzione degli aiuti e delle forniture commerciali.
Negli scorsi 6 mesi, solo il 32% del combustibile necessario ha potuto entrare nel paese e non è stato quindi possibile macinare il grano per fare la farina, irrigare i campi e trasportare il cibo ai mercati. Il costo della benzina e del gasolio è triplicato e i prezzi del cibo hanno raggiunto un livello inaccessibile per la gran parte delle famiglie.
Un kilo di grano costa il 57% in più rispetto a prima del conflitto, i prezzi di alimenti base come cipolle e fagioli rossi sono cresciuti rispettivamente del 74% e dell’82%, ma a Taiz, una delle zone più colpite da combattimenti e restrizioni per i trasporti, il prezzo del grano è più che raddoppiato (+134%). Anche per chi riesce a procurarsi il cibo, cucinare è diventato proibitivo a causa del costo triplicato per il gas da cucina. Sono molte le famiglie che hanno dovuto ridurre drasticamente il numero dei pasti o mangiare cibo meno costoso e meno nutriente con conseguenze anche a lungo termine per la salute dei bambini.
Save the Children ha distribuito cibo e denaro per più di 35.000 famiglie vulnerabili nel nord, centro e sud dello Yemen e supporta 160 unità mediche per il trattamento della malnutrizione. A causa delle dimensioni della crisi nel paese, gli sforzi delle organizzazioni umanitarie non sono però sufficienti ed è necessario che le parti in conflitto permettano l’ingresso e la distribuzione del carburante e del cibo necessario alla popolazione. I bombardamenti sul porto di Al Hodeida lo scorso Agosto hanno ristretto ulteriormente l’accesso al cibo e alle medicine per i civili.
Save the Children chiede alle Nazioni Unite, alla comunità internazionale e al Governo dello Yemen di ripristinare il funzionamento completo del porto, e accelerare l’applicazione del Meccanismo di Ispezione e Verifica delle Nazioni Unite per consentire immediatamente un maggiore ingresso di aiuti e forniture commerciali.

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