NON SI COMBATTE IL CYBERBULLISMO SOLO "CENSURANDO" IL WEB, BISOGNA CONCENTRARSI SOPRATUTTO SULL'ASPETTO EDUCATIVO

set 22, 2016 0 comments
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Di Ruben Razzante
L'introduzione di una legge contro il cyberbullismo - che è stata approvata martedì alla Camera e che tornerà ora al Senato - è una buona notizia. Che però questa proposta di legge si concentri solamente sull'aspetto punitivo e trascuri quello educativo, invece, è una brutta notizia.
Quando si parla di bulli "virtuali", quando si affrontano argomenti drammatici come la morte di Tiziana Cantone e della giovanissima Carolina Picchio, infatti, bisogna tenere conto che il problema a monte è l'educazione delle persone e il loro modo di navigare in rete.
Le modifiche al testo originario che sono state apportate in aula a Montecitorio mi rendono un po' perplesso. Estendere il provvedimento anche ai maggiorenni, e non solo ai minori, rischia infatti di annacquare l'intera norma.
Innanzitutto, mentre prima si puntava molto sulla battaglia culturale necessaria per far aumentare nelle nuove generazioni la consapevolezza dei rischi della rete puntando sull'educazione scolastica, ora questa finalità sembra essersi persa.
È vero che siamo di fronte a un problema universale, non legato esclusivamente al mondo dei minori, come ci dimostrano anche recenti fatti di cronaca. Ma è anche vero che andrebbe fatto un lavoro a livello scolastico di educazione dei ragazzi. I docenti dovrebbero fare incontri periodici con le famiglie per sensibilizzarle a un uso responsabile della rete. Come cultura digitale e padronanza dei mezzi tecnologici i ragazzi sono spesso più avanti dei genitori, per questo servono incontri con i genitori sulle modalità migliori di utilizzare il web.
Nell'attuale testo di legge, inoltre, è stato inserito un passaggio che un po' mi preoccupa. In pratica, viene messo nero su bianco che chiunque possa chiedere la rimozione di contenuti online che ritenga lesivi per la propria persona. E questo somiglia molto alla censura, a una limitazione della libertà di espressione. La rimozione dei contenuti - come i fatti hanno ampiamente dimostrato in questi giorni - serve fino a un certo punto. E il rischio è che questa legge possa far passare subdolamente una versione assolutamente inopportuna del diritto all'oblio.
Ad esempio, se c'è una notizia vera ma scomoda che circola sul mio conto, questo non vuol dire che debba essere rimossa. C'è la libertà d'espressione e ci sono già le leggi che la regolano. Se noi eliminiamo in partenza la dialettica della rete impedendo alle persone di manifestare il proprio pensiero, arriviamo alla censura.
Siamo comunque ancora in tempo affinché l'errore commesso alla Camera possa essere corretto al Senato. Fermo restando che una legge specifica sulla tutela dei minori dal cyberbullismo, in Italia, è assolutamente necessaria.

TITOLO ARTICOLO ORIGINALE:"Non si combatte così il Cyberbullismo. Concentriamoci sull'aspetto educativo"

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