Ostia, sgomberata una casa popolare occupata dal clan Spada

ott 9, 2018 0 comments
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Di Edoardo Izzo

Nuovo sgombero ad Ostia e ancora un appartamento, occupato abusivamente da un componente del clan mafioso degli Spada, che torna in possesso dello Stato. Lo sgombero di oggi, che arriva a una settimana di distanza dal precedente, riguarda la casa occupata dalla compagna e dai figli di Silvano Spada, oggi in carcere. Il precedente riguardava invece l’appartamento di Vincenzo Spada, uno dei nipoti del boss Carmine. L’operazione coordinata dalla Questura di Roma è stata portata a termine da polizia, carabinieri e vigili urbani con non poca fatica. Alcuni componenti della famiglia Spada, infatti, hanno inveito contro le forze dell’ordine al momento delle operazioni. 

Ad annunciare con soddisfazione il maxi blitz di questa mattina è stata la sindaca della Capitale, Virginia Raggi. «Questa mattina - scrive su Twitter - abbiamo sgomberato un’altra casa popolare a Ostia. Vi vivevano la compagna e i figli di Silvano Spada, mentre quest’ultimo è attualmente agli arresti in carcere. In sua assenza, i familiari hanno continuato indisturbati a occupare l’abitazione», ha scritto Raggi che ha aggiunto: «Insieme alla Polizia Locale non daremo tregua a chi vive nell’illegalità. Andiamo avanti con determinazione e coraggio». «Avanti con gli sgomberi! A breve un’altra promessa verrà mantenuta: una villa sequestrata in una periferia romana ai Casamonica verrà abbattuta, al suo posto un giardino per i bimbi del quartiere. Dalle parole ai fatti», ha invece commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. 

Sempre in chiave sgomberi questa mattina la polizia locale è intervenuta presso il campo nomadi di via Candoni sgomberando una decina di baracche in legno e ferro che sono state liberate e successivamente rimosse. Su altre 15 roulotte abusive sono in corso indagini riguardo la loro provenienza. All’interno dei moduli abitativi improvvisati erano presenti diverse persone, sottoposte agli arresti domiciliari, sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti. Identificate 30 persone, tra adulti e minori, tutte di nazionalità bosniaca e prive di titolo a permanere nel campo autorizzato.  

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