Siri, la procura di Milano indaga sull’acquisto della palazzina a Bresso. Greco: “Collaboriamo coi pm di Roma”

mag 6, 2019 0 comments


C’è un’inchiesta sulla palazzina acquistata da Armando Siri a Bresso. Un fascicolo che al momento è senza ipotesi di reato e indagati è stato aperto dalla procura di Milano. L’immobile è stato acquistato dal sottosegretario con un mutuo di 585mila euro acceso con una banca di San Marino. Il procuratore capo del capoluogo lombardo, Francesco Greco, ha spiegato che ci sarà “massima collaborazione” tra gli inquirenti milanesi e quelli romani. Nella capitale, infatti, Siri è indagato per corruzione: avrebbe ricevuto 30mila euiro dall’imprenditore Paolo Arata per “spingere” alcuni emendamenti che favorivano le energie alternative. Arata, ex deputato di Forza Italia, è accusato anche di essere socio occulto di Vito Nicastri, considerato dagli inquirenti tra i finanziatori di Matteo Messina Denaro.

L’indagine di Milano – L’indagine milanese, invece, riguarda l’acquisto da parte di Siri di una palazzina di due piani (composta da 7 appartamenti, un negozio, un laboratorio e alcune cantine) nel comune in provincia di Milano. La storia è al centro di una puntata della trasmissione Report, in onda lunedì 6 maggio. La procura di Milano ha aperto il fascicolo conoscitivo sulla compravendita dopo che sabato scorso è arriva in via Freguglia l’informativa del Nucleo di polizia economico finanziariadella Guardia di Finanza, che contiene la segnalazione dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Banca d’Italia.
La segnalazione antiriclaggio – A segnalare l’operazione per riciclaggio è stato lo stesso notaio davanti al quale è stato stipulato l’atto di compravendita della palazzina, che Siri ha intestato alla figlia del sottosegretario. Il fascicolo della procura di milano, al momento un cosiddetto ‘modello 45’ cioèsenza ipotesi di reato né indagati, è stato assegnato al dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale che si occupa, oltre che di corruzione internazionale, anche di casi di riciclaggio o auto-riciclaggio.

Banca centrale San marino: “Questione già all’attenzione dell’Autorità” – Siri ha acquistato quell’immobile con un mutuo concesso Banca Agricola Commerciale di San Marino. Secondo la trasmissione della Rai, quel mutuo è stato concesso senza garanzie: non è presente una garanzia reale nell’atto, come un’ipoteca o la fideiussione. Dallo scorso luglio il direttore dell’istituto bancario è Marco Perotti, considerato vicino al sottosegretario. “Presumo che la questione sia da tempo all’attenzione delle Autorità sammarinesi preposte. Peraltro, non essendo coinvolta nell’attività di vigilanza (come statutariamente previsto), non conosco gli esiti degli eventuali approfondimenti in corso”, ha detto la presidente presidente di Banca centrale di San Marino Catia Tomasetti.  “In ogni caso – ha aggiunto – in presenza di una persona politicamente esposta, preciso che anche le banche sammarinesi sono tenute all’applicazione di misure rafforzate di adeguata verifica in linea con le disposizioni comunitarie in materia”.
M5s: “Continuiamo a chiedere le dimissioni” – La notizia dell’indagine sulla compravendita ha provocato ovviamente reazioni politiche: da alcune settimane il M5s e la Lega sono entrati in rotta di collisione dopo la notizia dell’inchiesta per corruzione che coinvolge Siri. Sempre i 5 stelle sono i primi a commentare l’indagine milanese: “Apprendiamo che la procura di Milano ha aperto un’inchiesta sul caso dell’acquisto da parte del sottosegretario leghista Armando Siri di una palazzina a Bresso, nel Milanese. Un’inchiesta aperta, tuttavia, senza ipotesi di reato nè indagati, quindi nessuna speculazione o altro. Per il M5S a pesare ad oggi è l’indagine per corruzione: i magistrati faranno il loro lavoro come hanno sempre fatto, ma la questione di opportunità politica sollevata dal M5S riguarda, ripetiamo, l’indagine per corruzione, che tra l’altro sembra avere anche un link con la mafia. È su questo aspetto che abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere che Siri si dimetta, a tutela dell’immagine del governo”, scrivono i grillini in una nota. Salvini, invece, difende ancora il sottosegretario: “Possono aprire tutte le inchieste che vogliono, io sono assolutamente tranquillo. Se a Siri viene contestato di avere un mutuo, è un reato che stanno compiendo alcuni milioni di italiani che pagano la rata del mutuo“.

Zingaretti: “Siri se ne vada. Lo dice il M5s”- Anche due componenti dell’esecutivo del M5s – il ministro Danilo Toninelli e il sottosegretario Vito Crimi – rilanciano la richiesta di dimissioni. “Spero che Siri si dimetta prima del Consiglio dei ministri di mercoledì”, dice il primo. “Nessuno ha interesse ad arrivare a una conta: non ci sarà una conta. Sono più che convinto che entro mercoledì Armando Siri si dimetterà, perché credo che anche per la Lega sia chiaro che nessuno in questo momento può permettersi di avere il minimo dubbio”, ripete il secondo. Condivide la posizione dei 5 stelle anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: “Il M5S è il partito di maggioranza relativa del governo e se il maggiore partito di dice che Siri se ne deve andare, Siri si deve dimettere”
Capo segreteria: “Acquisto in totale trasparenza” – A gestire la vendita dell’intera palazzina di Bresso è stata la società immobiliare di Policarpo Perini: un altro uomo vicino a Siri. L’agente, infatti, nel 2013 si è candidato  sindaco di Bresso con Pin, il Partito Italia Nuova fondato da Siri prima di aderire all’orbita della Lega. Ma è anche il padre del capo segreteria del sottosegretario Siri, Marco Luca Perini, attuale presidente di Spazio Pin, l’associazione che oltre a gestire i corsi di formazione della Lega, affitta anche sale per master di ipnosi, sedute di meditazione, corsi per massaggi. E che ha acquistato con 14.700 euro il solaio di 27 metri quadrati della palazzina. “Posso solo ribadire che l’acquisto dell’immobile è stato perfezionato nella totale trasparenza e nel pieno rispetto delle regole. Mio padre ha agito in qualità di mediatore immobiliare con agenzia operante in Bresso e il sottoscritto ha acquistato una piccola porzione dell’unità immobiliare come investimento personale. Ogni documentazione attestante quanto sopra dichiarato sarà resa disponibile, qualora richiesta, alle autorità competenti”, dice Perini junior all’Adnkronos.  Il vero affare, però, in tutta questa storia lo fa Siri: acquista il palazzo spendendo 175mila euro in men o rispetto ai 760mila richiesti in un primo momento. Oggi la struttura vale più di un milione di euro con 5 appartamenti su 7 già affittati. Un bel colpo per il sottosegretario che nel 2017  ha dichiarato solo un reddito di 25mila euro. Non ha immobili intestati: nel 2011  l’Inpgi (l’ente di previdenza dei giornalisti) gli ha portato via la casa per un debito di 45mila euro.

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