Mes, Tremonti: "I tedeschi vogliono i nostri soldi"

nov 21, 2019 3 comments

Di Andrea Pegoraro
Continua a tenere banco la riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) che dovrà essere approvato al vertice di dicembre.
Ne parla anche l’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, il quale sottolinea che “con il Fondo salvastati si ripete la situazione del 2011, al posto della Grecia ci sono le banche tedesche. Volevano i nostri soldi e non volevano si parlasse di crisi bancaria”.
La riforma del nuovo Mes prevede due possibili linee di credito. Una per i Paesi in regola con i vincoli di bilancio ovvero deficit sotto il 3% e un debito pubblico sotto il 60% del Pil. L’altra linea è per gli Stati che non rispettano questi criteri, tra cui l’Italia. Per questi Paesi, il prestito è subordinato all’approvazione di un percorso di riforme e di risanamento. In un’intervista a La Verità, per spiegare la situazione attuale Tremonti parte dal 2011. L’ex ministro spiega che la crisi del 2011 non fu causata dai bilanci pubblici ma dalle banche tedesche e francesi. “Cosa che poi, dopo aver straziato la Grecia, venne riconosciuta da due componenti della Troika: Fmi (Fondo monetario internazionale ndr) e Commissione - prosegue Tremonti -. Il terzo, la Bce, non si è ancora pronunciato. Eppure si trattava di banche…” L’ex senatore precisa che un aspetto poco considerato è che anche gli istituti di credito possono accedere al fondo e inoltre viene attribuito un grosso potere al direttore generale del Mes, un tedesco.
Tremonti evidenzia che i meccanismi per giudicare i debiti sovrani contenuti nella riforma sono “autocratici e imperscrutabili”. E aggiunge che la presidenza italiana “in vista del vertice di dicembre confida nello scambio tra ‘riforma’ e ‘pacchetto’. In realtà per noi il pacchetto è ancora più avvelenato del trattato - continua - perché produce automatici, devastanti effetti tanto sulle banche quanto sul debito”. La ‘logica del pacchetto’ era stata chiesta dal premier Giuseppe Conte a giugno all’Eurogruppo e prevede la creazione di uno strumento di bilancio per la competitività e la convergenza nell’Eurozona (Bicc) e un approfondimento dell’Unione bancaria con la garanzia dei depositi. “Entrare a Bruxelles, con quel “pacchetto” equivale a presentarsi alla Commissione come un kamikaze”, sottolinea Tremonti. L’ex ministro conclude affermando che approvare la riforma e rimettersi al voto in Aula vorrebbe dire per il governo assumersi il rischio che l’Aula dica no, devastando l’immagine del nostro Paese.

Commenti

  1. Ha delle prove di questo ? Quando Berlusconi era al governo insieme ai suoi il debito nazionale è aumentato, perché dobbiamo credere a questo ?

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  2. Anche ai Savoia, 160 anni fa', facevano gola i soldi del Regno di Napoli...Cosi' si sono inventati l'Unita' d'Italia e hanno fregato il Sud rendendolo oggi piu' povero dei Paesi dell'Est Europa. Adesso tocca all'Italia subire la stessa sorte. Come dire...E' la Legge del Karma !

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  3. e' tutto studiato da tempo siamo manipolati in modo debole e silenzioso e se ti ribelli sarai tolto di mezzo ,questa e' l'europa ,da quando siamo entrati ci hanno tartassato,lavoro economia ,prodotti e paese

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