La Germania stanzierà 550 miliardi. Si consente tutto ciò che la UE vieterebbe ?

mar 16, 2020 0 comments

Di Maurizio Blondet
La Germania ci fa passare di meraviglia in meraviglia.
Di colpo, stanzia  550 miliardi di euro (MILIARDI)  per il sostegno della sua economia.
Lo fa attraverso la banca pubblica KfW – Kreditanstalt für Wiederaufbau: ossia con “aiuti di Stato”, demonizzati se anche solo li prospettiamo noi, e puniti con multe se  proviamo a realizzarli.
Lo fa con estrema rapidità, senza passare per le lungaggini i dubbi e le regole che a noi impone la UE. “Stiamo mettendo tutte le nostre armi sul tavolo in una volta”, ha dichiarato il ministro delle finanze Olaf Scholz.
Aggiungendo chiaramente che, se occorre, saranno anche pi dei 550 MILIARDI. Non esiste un limite massimo alla quantità di credito KfW può garantire”.
Ma come! Da dove prende i soldi la KfW?  Pensa che essi vengano creati dal nulla?  E le coperture?  E la  ferrea volontà  di giungere allo Zero Null, ossia bilancio in pareggio senza nemmeno un euro di emissione di debito? Soprattutto:  e dove  va  a finire  il sacro “freno all’indebitamento” per cui il governo germanico non può contrarre nuovi debiti se non entro il limite dello 0,35% della crescita economica, che il paese intero ha voluto scolpire nel marmo della Costituzione, per renderlo stabile e inamovibile ed eterno come le Piramidi?
Scholz, facendo spallucce: “Non si deve puntare a risparmiare, in una crisi”. Peter Altmaier, ministro dell’economia: “Abbiamo promesso che questo (piano) non fallirà per  mancanza di denaro o della mancanza di volontà politica: Non esiste un limite massimo alla quantità di credito KfW può garantire”.
Trasecoliamo. Tutte le  misure che sono malviste, ostacolate, ritenute  sospette a Bruxelles e alla BCE, come sintomi di maleodorante ed eversivo sovranismo, quando non della volontà di”vivere sopra i propri mezzi” dei meridios, di  colpo vengono adottate da Berlino – in blocco e  senza consultare i membri della zona monetaria – e sono linde, belle, utili e profumate di bucato.

Nazionalizzare si può!?

E le sorprese sono forse finite qui?  Trasecolate:
Altmaier dice allo Spiegel che le aziende d’importanza strategica andrebbero nazionalizzate – e rilocalizzate in patria: la crisi del coronavirus  ci ha insegnato che le nostre farmaceutiche dipendono troppo dalle importazioni dall’Asia  dei componenti principali; bisogna riportare i loro  siti di produzione in Europa: “L’idea giusta è ridurre al minimo le dipendenze unilaterali, per riconquistare la sovranità nazionale nelle aree sensibili”.

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