Anniversario omicidio Mauro de Mauro- COMUNICATO CNDDU

set 16, 2020 0 comments


Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani intende ricordare la figura del

giornalista Mauro De Mauro, ucciso dalla Mafia il 16 settembre 1970 a Palermo.

Profondo conoscitore delle attività mafiose e della struttura di Cosa Nostra, si occupò di tanti casi tra cui

l’incidente aereo di Enrico Mattei. La sua attività giornalistica condotta attraverso la ricostruzione

puntigliosa dei fatti e la valutazione “scientifica” delle cause, delle conseguenze e delle fonti relative alle

piste seguite, effettuata attraverso i verbali delle autorità competenti, lo portarono a seguire un percorso

pericoloso e rischioso; infatti come afferma il collaboratore di giustizia Tommaso Buscetta ... De Mauro era

un cadavere che camminava. Cosa nostra era stata costretta a perdonare il giornalista perché la sua morte

avrebbe destato troppi sospetti, ma alla prima occasione utile avrebbe pagato anche per quello scoop. La

sentenza di morte era solo stata temporaneamente sospesa".

Scomparve, probabilmente rapito, una sera in cui stava rientrando a casa. Nemmeno il cadavere venne mai

rinvenuto.

Ho uno scoop che farà tremare l’Italia (Mauro de Mauro). Una simile affermazione non passo inosservata

decretandone la condanna a morte.

Il CNDDU invita i docenti dell’area umanistica – giuridica – economica a proporre una riflessione agli

studenti sul profondo valore del giornalismo d’inchiesta e sull’importanza del ruolo di chi, spesso mettendo

in serio pericolo la propria incolumità, sceglie di informare la collettività su verità scomode. La criminalità

prospera nel silenzio, collude e si ramifica nel territorio. I giornalisti rivelano aspetti occulti ed eversivi, il

cui segreto tutela la parte oscura e insana della società. Individuare i principali giornalisti e tracciarne un

profilo dello stile investigativo – operativo potrebbe costituire un’attività trasversale inspirata dai grandi temi

della legalità.

“Un conto era scrivere mentre accadevano le stragi, un altro è scrivere ora. E facile ai nostri giorni prendere

in giro un mafioso su RAI Uno, perché o è in carcere o è morto. Ma dovremo convincerci che il mafioso

continua ad esistere, oltre che come attore economico, come atteggiamento e come mentalità. Ed è su questo

che dobbiamo e possiamo batterlo, con i nostri spettacoli”. (cit. Pif sta in Mafie e informazione di Marcelle

Padovani)


Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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