Intervista ai BOUNCE BACK

mar 3, 2021 0 comments


Intervista di Salvatore Santoru ai BOUNCE BACK *

Dal 27 novembre sarà disponibile in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme di streaming “GRAIN OF CORN”, terzo brano estratto dal nuovo album dei BOUNCE BACK dal titolo “BOUNCE BACK” e in uscita prossimamente.

GRAIN OF CORN” si presenta come un brano dal sapore nostalgico ed autunnale che trascina l’ascoltatore in una dimensione onirica intrisa di un’atmosfera intima e nebbiosa in cui perdersi tra ricordi e rimpianti. Il protagonista della canzone, l'indefinito personaggio principale di ogni brano del nuovo album dei BOUNCE BACK, riscopre parti di sé che aveva sepolto sotto il peso del tempo e delle delusioni.

Spiega la band a proposito del nuovo brano: «Crediamo nella delicatezza di “Grain of Corn”, brano perfetto per il momento che stiamo vivendo, sia a livello stagionale che a livello "sociale". Nel mondo c’è sete di dolcezza, di calore umano, di connessione e amore: questa nostra canzone è, in fondo, una richiesta di connessione umana, non di quella 5G che sembra unirci, ma in realtà ci separa».

Ecco cosa ci hanno raccontato!



  1. Quando si capisce che è effettivamente arrivato il momento di pubblicare un disco? Voi cosa state aspettando? E cosa dovremmo aspettarci?

Ciao a tutti, lieti di raccontarvi chi siamo e chi vorremmo essere. Partiamo dal disco e cosa dovreste aspettarvi. Beh, “Bounce Back” è un racconto, innanzitutto. Coglierete certamente lo sfumarsi delle emozioni, troverete dieci stati emotivi diversi, alcuni dei quali visibilmente caratterizzati, altri invece più ibridi. A prescindere da quello che dice il testo, i brani è indubbio che trasmettano uno stato psico-emotivo. Questa è la vera forza del nostro lavoro. Angoscia, spensieratezza, consapevolezza, sollievo, disperazione, forza d’animo, paura, sono tutte emozioni facilmente riconoscibili. Riguardo al momento giusto per la pubblicazione, in realtà volevamo pubblicare sotto Natale o nei primi giorni del 2021, ma le restrizioni ci hanno convinto ad aspettare, per poter ottimizzare strreaming, passaggi in radio, interviste ecc..

In senso generale un album si pubblica quando si ha un lavoro completo, strutturato e credibile; il periodo dell’anno in cui lanciarlo dipende dal suo stesso mood…

  1. Di che anno siete? Quando è arrivato l’ondata del grunge, quanti anni avevate? In che modo il movimento grunge ha influenzato la vostra formazione?


Siamo del 91 e dell’89, quindi diciamo che il grunge lo abbiamo scoperto dopo la sua ondata. La nostra consapevolezza musicale si è sviluppata attorno ai 20 anni, quando il grunge era già ben passato di moda. Ma la musica è scoperta, per cui siamo andati a cercare la nostra strada e il nostro gusto, il grunge è una delle cose che ci piacciono. Anche, e molto, il pop rock anni 80 e 90’, così come musica anni 60’ tipo Creedence.

  1. Come viene composto un brano dei Bounce Back?

    Il nostro modus operandi è: Luca, la chitarra, pesca dal mazzo un riff. Da lì il suo cervellino costruisce un brano e lo registra al computer. Ci mette il basso, mentre il resto degli strumenti è sintetico, a livello di demo. La demo passa a Roberto, la voce, il quale pensa a testo e traccia vocale. Dà lì in poi si inizia il confronto,fino a trovare il risultato agognato. E’ un lavoro lungo, anche solo per questo step di demo, poi non parliamo della registrazione in studio….

  2. Grain of Corn parla di ribellione?

In realtà non è propriamente ribellione. Cioè Freedom march è ribellione, Grain of corn invece è riscoperta della purezza sepolta dallo schifo della vita. E’ un brano molto delicato, avvolto da una nebbia tutta sua. L’intero album racconta una storia di rinascita, una vittoria contro un’ombra che soffoca il protagonista; non diciamo cosa sia, ma può essere vista come insicurezza, ansia, dipendenza, depressione, tentazione, apaticità.

  1. Nei vostri ultimi singoli sembra comune il tema sotterraneo della ribellione. A cosa dovremmo ribellarci? Come mai siete così sensibili al tema?

In effetti il tema della ribellione è centrale, ma non è l’unico, anzi. Non c’è nulla di sociale in quello che scriviamo, tendenzialmente, sviluppiamo brani che riguardano l’individuo preso da solo, che fa i conti con sé stesso, quello che era, che è e quello che mira ad essere. Perché siamo sensibili alla tematica? Beh, ci facciamo domande su quello che siamo e sono sicuri che l’ombra ce l’hanno in tanti, almeno una volta nella vita.


  1. Rimarrete in due per sempre? Che caratteristiche dovrebbe avere un eventuale terzo membro dei Bounce Back?

    In realtà siamo in due come composizione, investimenti ecc… Abbiamo tutt’ora un batterista e un bassista, entrambi inseriti in formazione ad ottobre, ma dopo alcune prove abbiamo interrotto per Covid. Preferiamo vederci solo in due, è un momento particolare e non vogliamo metterli in difficoltà. Sono entrambi ambiziosi e disponibili, simpatici, terra a terra. Quel che fa per noi.

  2. Prossimi step?

    Prossimi step: uscita singolo insieme all’album. Sarà fine febbraio, oramai. Non possiamo e vogliamo aspettare troppo oltre. Stiamo prendendo confidenza con piattaforme come Patreon e LIVE, indirizzate entrambe agli streaming, che riteniamo essere il futuro. Insistiamo con la comunicazione social dove stiamo cercando di mostrare il nostro volto. Vogliamo far vedere chi siamo e cosa facciamo. Vorremmo da qui all’estate solidificare la nostra identità, a livello Social.

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* Realizzata in collaborazione con lo staff della Red&Blue Music Relations

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