Intervista a Giovari

mar 4, 2021 0 comments

Intervista di Salvatore Santoru a Giovari

Giovari è un artista emergente di Torino. Nel 2001 inizia a studiare chitarra nella specializzazione "fingerpicking" cominciando a nutrire passione per la musica. Visti gli ottimi risultati, tramite la guida del maestro Marco Picca entra a far parte degli WoodBoxes, un gruppo di sette chitarre che arrangia brani famosi in chiave classica. Alla luce di quest’esperienza, inizia a studiare canto e nel 2016 comincia la sua carriera da solista, producendo diversi inediti. Nel 2017 vince il suo primo concorso, "Un mare di stelle" ad Arenzano, con il brano inedito “Capitano”. Lo stesso anno vince anche ad Asti il concorso "Una canzone dal cuore" con il brano inedito “Più che mai”. Nel 2018 partecipa a diverse manifestazioni tra le quali “Incanto Summer Festival”, insieme ad artisti come Giusy Ferreri, Alberto Fortis e Stash dei The Kolors, presieduto da Vittorio De Scalzi. Nello stesso anno vince il "Premio Nilla Pizzi" e viene premiato come miglior cantautore al "Festival Estivo". Nel 2019 entra nei 10 finalisti del Festival di Castrocaro, in diretta su Rai2 presentato da Belen Rodriguez e Stefano De Martino, con il brano Castelli di Carta. Nello stesso anno partecipa ai casting di Amici arrivando alla prima puntata. Nel 2020 entra nei 10 finalisti del Calabria Fest, con il brano inedito “Ghiaccio”, aggiudicandosi il “Premio speciale Social”.


  1. Come nasce il brano Senza Barriere e cosa vuole comunicare?


Senza Barriere nasce dal bisogno di scoprire nuovi mondi quasi come una voglia di rivincita. Dopo alcune esperienze importanti come Amici e il Festival di Castrocaro, sentivo di volere qualcosa di più, sentivo la necessità di migliorarmi sotto molti aspetti. Per raggiungere dei risultati significativi è spesso necessario lavorare tanto uscendo anche dalla propria “zona di comfort”, e come per me adesso per la musica, ho notato che vi sono tante persone che si trovano in situazioni simili dove talvolta c’è solo bisogno di una spinta per osare un po’ di più. Infatti spesso si è costretti a lasciare tutto per sperare di poter realizzare i sogni fatti da bambino. Questo viaggio lo si intraprende con grande forza ma è tutt’altro che semplice. Dubbi, paure, ripensamenti ci assalgono sempre, perché troviamo spesso tanti ostacoli e tante barriere, create anche da noi stessi con i nostri atteggiamenti. Mai demordere, mai perdere la speranza anche se le paure sono tante. Le barriere esistono e bisogna lottare per abbatterle; solo così i sogni si materializzano e diventano realtà.



  1. In che modo questo brano è la colonna sonora perfetta per questo periodo?


In questo periodo c’è bisogno di coraggio, di tenacia, voglia di realizzarsi e di non mollare. Credere che comunque e nonostante tutto, le cose andranno bene. La canzone parla soprattutto di questo. Capacità di resistere e continuare a lottare per rendere i nostri sogni veri.


  1. Come stai vivendo questo periodo complicato dove fare musica non è la cosa più facile? Il periodo della quarantena ti ha lasciato qualcosa, artisticamente parlando?


Sto tentando di trovare note positive anche in questo periodo così difficile. Ovviamente sto continuando a scrivere e con la mia etichetta lavoro a distanza, nonostante le difficoltà. Per ogni artista è sempre importante non mollare mai la presa e tentare di approfittare di ogni situazione e trarne un vantaggio in qualche modo. Durante il lockdown ho dedicato molto tempo allo studio per tentare di migliorare sotto ogni aspetto, cosa che sicuramente non avrei potuto fare senza questo blocco. L’aspetto che ci danneggia maggiormente è certamente il divieto di suonare live, che oltre a mantenerci economicamente, ci dà la possibilità di esprimerci artisticamente appieno.  


  1. Per gli ignoranti, cos’è il fingerpicking?


Il fingerpicking è una tecnica usata per chitarra classica, elettrica e folk che consiste nel “pizzicare” e quindi suonare le corde dello strumento senza usare il plettro. Alla fine è la stessa tecnica che si studia nel Conservatorio ma la differenza sta nel repertorio musicale che si studia. Infatti i brani strumentali che ho studiato non sono i grandi classici ma brani di artisti come Peppino D’Agostino, Tommy Emmanuel, Andy Mckee, Pierre Bensusan. Molti di loro usano anche la percussive fingerstyle, tecnica che consiste nel creare percussioni con la cassa della chitarra durante l’esecuzione di un brano.



  1. Chi è Giovari quando non suona?


Quando non suona Giovari è uno studente del Politecnico di Torino, iscritto alla magistrale di ingegneria gestionale. Oltre a essere un semplice studente, ho una grande passione per il calcio. Ho giocato nelle serie inferiori, come Eccellenza e Promozione, per molti anni e non nascondo che come tutti ho avuto il sogno di diventare calciatore. Fino a quando non ho scoperto la musica però.


  1. Prossimi step del tuo progetto?


Vorrei continuare a lavorare con la mia nuova etichetta Musicantiere a nuovi brani. In realtà vorrei farne uscire uno nuovo verso fine primavera. Ma più di ogni altra cosa vorrei tornare a suonare live perché è benzina per ogni artista.


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FOTO IN ALTO: Paolo De Matteis


* Realizzata in collaborazione con lo staff della Conza Press

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