Vecchie spie e paralisi del Paese: così è nato il piano per invadere l’Ucraina

mar 30, 2023 0 comments


Di Emanuel Pietrobon

Il più importante centro di studi sugli affari militari del Regno Unito, il RUSI, ha ricostruito le fasi salienti della pianificazione della campagna di invasione dell’Ucraina. Il Cremlino, secondo quanto emerso dal collegamento di tanti punti, avrebbe iniziato a preparare la guerra nel luglio 2021. Ecco come.

La ricerca di quinte colonne

Il RUSI, acronimo di Royal United Services Institute, è il più antico e influente think tank in materia di sicurezza e affari militari del Regno Unito. I suoi analisti sono incaricati di realizzare lavori destinati a finire sulla scrivania dei decisori politici e hanno svolto un ruolo essenziale prima e durante la guerra in Ucraina, loro primo e principale focus dalla seconda metà del 2021.

L’ultimo lavoro in ordine di tempo, pubblicato in data 29 marzo, è una ricostruzione delle operazioni non convenzionali della Russia nelle terre ucraine in preparazione dell’apertura della guerra. Secondo il RUSI, che ha realizzato il rapporto ottenendo informazioni da elementi di intelligence ucraini et similia, Mosca avrebbe iniziato a pianificare l’invasione nel luglio 2021.

Luglio 2021, un mese importante. Mese in cui, secondo le fonti del RUSI, il Quinto servizio del FSB avrebbe trasformato la Nona sezione del Dipartimento dell’informazione operativa in un Direttorato. Evento seguito dalla decuplicazione degli impiegati nella suddetta Sezione – da una ventina a oltre duecento – e dall’assegnazione di mansioni ad hoc relative all’Ucraina: monitoraggio del Parlamento, raccolta di informazioni sulle infrastrutture strategiche e via dicendo.

Ricorrendo ad un metodo di stampo sovietico, cioè il reclutamento di agenti in pensione (o quasi) inseriti in circuiti potenzialmente utili, FSBSVR GRU sarebbero riusciti a creare una rete di spionaggio intraucraina entro l’autunno. Inconsapevoli o noncuranti che alcuni dei loro agenti fossero nella lente dello SBU da tempo, come Andrii Derkach e Oleg Kulinich, la cui traduzione in arresto – con annesso lo smantellamento delle loro reti – nel corso dell’estate avrebbe giocato un ruolo-chiave nel convincere Kiev dell’esistenza di preparativi per un’invasione su larga scala.

La preparazione della guerra

Agenti in pensione per cooptare politici, militari e imprenditori. Criminali per convertire organizzazioni simil-mafiose e bande di strada in quinte colonne. Chierici della Chiesa ortodossa ucraina per trasferire denaro e nascondere armi e altro equipaggiamento. Comune il denominatore: innescare una sorta di paralisi sociopolitica al momento dell’invasione, così da renderla più efficace, rapida e indolore.

Il piano A della Federazione Russa, secondo il RUSI, sarebbe a causa di tre scogli: l’intransigenza di Volodymyr Zelens’kyj, la condivisione di intelligence Occidente-Ucraina, la scelta di rendere di pubblico dominio i preparativi di invasione militare russi. Scogli che, sempre secondo il think tank britannico, avrebbero spinto l’apparato securitario di Mosca a chiedere al Cremlino un rinvio della guerra all’estate 2022.

Il fallimento del piano A

Adeguandosi alla linea dettata dal Cremlino, i servizi segreti russi avrebbero fatto il possibile per volgere a proprio favore le sorti di un conflitto accolto con pessimismo a causa dello smantellamento delle loro reti e del rafforzamento dello SBU, supportato dalle principali agenzie di intelligence d’Occidente.

Nei primi tre di giorni di invasione, ricorda il RUSI, “tutti gli ufficiali generali dell’Ucraina furono sollecitati dalle loro controparti russe all’inattività per impedire uno spargimento di sangue” e “quasi tutti gli ufficiali col grado di colonnello ricevettero messaggi anonimi” dallo stesso contenuto. Sullo sfondo di operazioni cibernetiche contro i sistemi di comunicazione intra- e interarma. Parole d’ordine: paralisi – del centro – e soperchieria psicologica – delle periferie. Destinazione finale: il collasso della presidenza Zelens’kyj e la sua sostituzione con un regime amico.

Il piano A della Russia aveva sottovalutato il patriottismo ucraino e trascurato il fattore Occidente. Variabili ritenute irrilevanti ma che, ironia della sorte, avrebbero determinato la trasformazione di un blitzkrieg in una guerra di logoramento e di un affare interno al Mondo russo nella principale trincea della Terza guerra mondiale in frammenti.

Ma è legittimo chiedersi se le cose siano realmente andate in questo modo, se siano effettivamente esistiti un piano A ed un piano B – come vuole la vulgata occidentale. Perché un’altra tesi è plausibile, per quanto ridicolizzata e/o bistrattata dalle nostre parti, e cioè che tutto sia avvenuto come pianificato da Vladimir Putin, decisosi ad avviare l’agognata transizione verso un nuovo ordine, post-unipolare, col più traumatico dei mezzi: la guerra. Ai posteri l’ardua sentenza.

FONTE: https://it.insideover.com/guerra/ecco-come-la-russia-avrebbe-preparato-l-invasione-dell-ucraina.html

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