La scomparsa di Giorgio Armani: il re del Made in Italy è morto, viva il Made in Italy

set 13, 2025 0 comments


Di Giusi Galimberti

Per chi ha voglia di guardarsi una serie tv, magari snobbata quando uscì nel 2019 in quanto prodotto italiano, consigliamo di cercare Made in Italy, un titolo che negli anni ha passato i diritti di visione da una piattaforma all’altra. Una serie carina e ben fatta, con ottimi attori, da Margherita Buy a Giuseppe Cederna, da Marco Bocci a Fiammetta Cicogna a Maurizio Lastrico, da Raoul Bova a Claudia Pandolfi, solo per citarne alcuni. Con qualche ingenuità. Appena tredici anni prima aveva spopolato Il diavolo veste Prada e di fatto, sì, la trama sembra a volte ispirata al successo planetario di Hollywood, E la protagonista Irene Mastrangelo (personaggio liberamente mutuato su Franca Sozzani, compianta e famosa direttrice di Vogue Italia) ricorda fin troppo Andrea Sachs-Anne Hathaway, nell’interpretazione della dolce e bellissima attrice italiana Greta Ferro: stessi grandi occhi, stessa frangetta su capelli neri, stessa eleganza innata. 

Ma Greta Ferro e il cast di Made in Italy ci guidano come un bigino in un’impresa molto difficile: farci conoscere la nascita della grande moda italiana. 

E mentre a Milano saranno girate, in occasione della presentazione delle collezioni primavera/estate 2026 di Milano Moda Donna, alcune scene del sequel Il diavolo veste Prada 2, e ci sarà l’attesissima passerella delle ultime creazioni firmate da Giorgio Armani, vale davvero la pena di catapultarci, proprio attraverso questa serie un po’ romanzata, nella città della moda negli anni Settanta. Quando grazie alla creatività, all’ingegno e al coraggio di un gruppo di italiani straordinari si aprì un’epoca fondamentale per la storia non solo economica del nostro Paese: Walter Albini, Gianni Versace, Krizia, Raffaella Curiel, i Missoni, Elio Fiorucci, Valentino Garavani, Gianfranco Ferrè e soprattutto Giorgio Armani, il “re” come tutti amavano chiamarlo, scomparso lo scorso 4 settembre a 91 anni.

Già nel 1962 era nata la Camera della Moda, con il suo “primo ministro”, il compianto Beppe Modenese (1929-2020), piemontese di Alba, che da imprenditore inventò nel 1952 le prime sfilate collettive a Palazzo Pitti con Emilio Pucci e Roberto Capucci, tra gli altri. Nel 1953 partecipò alle prime iniziative del Sindacato della Moda insieme con le celebri Sorelle Fontana ed Emilio Schubert, solo per citare altri grandi nomi degli albori della storia della nostra grande sartoria. E poi, più tardi, a Villa Erba sul lago di Como, tra i maestri della seta italiana: c’è una una scena girata lì, nella villa che fu di Luchino Visconti, proprio della serie Made in Italy, che mostra un giovane Modenese indaffarato con le prime sfilate, i primi buffet a invito con i Vip, e alcuni grandi dello stilismo italiano, tra cui si affacciava anche una giovanissima Miuccia Prada.  

Insieme alla creatività di pochi, nasceva allora per tanti il modello produttivo italiano: alta qualità e piccole fabbriche, spesso a conduzione familiare. L’idea di puntare su un pret-à-porter di confezione, chic ma portabile, e meno sull’altissima sartoria, più consona ai maestri francesi. Come capitale dell’alta moda rimase Roma, mentre Firenze si concentrò sulla moda da boutique e più tardi sullo sportswear. 

FONTE E ARTICOLO COMPLETO: https://it.insideover.com/societa/la-scomparsa-di-giorgio-armani-il-re-del-made-in-italy-e-morto-viva-il-made-in-italy.html 

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FONTE FOTO: https://de.wikipedia.org/wiki/Datei:Giorgio_Armani.jpg

PH: Alessandra Brunhildmedia

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