Il pericolo per i soldati non รจ l’uranio: “Rischi da cadmio, nichel e vaccini”

giu 12, 2012 0 comments
Di Adele Lapertosa
L’uranio impoverito non sarebbe il responsabile delle malattie e morti sviluppate dai soldati italiani mandati in missione all’estero. Ci sono invece altri agenti, come cadmio e nichel, sostanze chimiche cancerogene, e vaccinazioni fatte in dosi massicce, che potrebbero aver provocato dei danni nell’organismo dei soldati: รจ la conclusione del progetto “Signum”, lo Studio di Impatto Genotossico Nelle Unitร  Militari promosso nel 2004 dal Ministro della Difesa sui militari impegnati in Iraq nell’operazione “Antica Babilonia”, terminato l’anno scorso ma finora mai pubblicato dal ministero della Difesa.
A parte infatti una breve relazione fatta da alcuni membri del Comitato scientifico di Signum alla commissione d’inchiesta del Senato sull’uranio impoverito nel gennaio 2011, non vi รจ traccia ufficiale dei risultati di questo studio, le cui conclusioni sono state consegnate un anno fa al ministro della Difesa. Il progetto Signum รจ nato sulla base delle raccomandazioni della Commissione Mandelli (che nel 2000 rilevรฒ un eccesso di linfomi di Hodgkin nei militari che erano stati nei Balcani), ed รจ stato organizzato in due fasi: nella prima รจ stata valutata l’esposizione a elementi potenzialmente tossici tra il 2004 e 2005, mentre nella seconda รจ stata attuata una sorveglianza clinico-epidemiologica, ancora in corso, per analizzare la presenza di effetti a lungo termine. In totale sono stati coinvolti 982 militari, di cui il 60% tra i 30 e 39 anni. Sono inoltre state monitorate aria, acqua, terreno, condizioni climatiche, valutati i marcatori biologici incluso stile di vita, dieta, fumo, anamnesi patologica, e altre esposizioni a genotossici e vaccinazioni.
Tre i punti importanti emersi dallo studio. Nei soldati al termine della missione la quantitร  di uranio impoverito nelle urine e nel sangue non รจ aumentata, bensรฌ diminuita. Nel loro organismo sono invece aumentati livelli di cadmio e nichel (cancerogeni riconosciuti) ed รจ cresciuto il danno ossidativo sul dna dei linfociti (cioรจ le cellule del nostro sistema immunitario che devono eliminare gli agenti patogeni esterni) in chi svolgeva mansioni con impiego esterno, come pattugliatori e conduttori, e in chi aveva subito 5 o piรน vaccinazioni o ricevuto vaccini vivi attenuati. Un evento quest’ultimo maggiormente presente in una frazione di popolazione “geneticamente suscettibile” (4% circa) e che, spiega lo studio, “presumibilmente dipende da un fenomeno adattativo all’immunitร  indotta dai cicli vaccinali”, ma che dovrebbe essere ulteriormente approfondito, insieme al ruolo di altre variabili, quali stile di vita e condizioni di impiego operativo.
Tuttavia non sono mancate delle “complicazioni” nello svolgimento dello studio. Nonostante il coinvolgimento dell’Istituto superiore di sanitร  e scienziati di altri istituti infatti, diversi campioni di sangue sono diventati inutilizzabili a causa dell’emolisi (cioรจ la dissoluzione dei globuli rossi, che rende necessario ripetere il test), “forse per un’imprevedibile interruzione della catena del freddo”. Poi sono stati smarriti e mai piรน ritrovati 195 campioni di urine raccolti al termine della missione e si รจ riusciti a prelevare solo 6 campioni di capelli, rispetto a quasi mille previsti, perchรฉ i capelli erano troppo corti al momento della raccolta. Criticitร  ed errori che perรฒ, come ha spiegato il comitato scientifico alla commissione del Senato sull’uranio impoverito, non minano i risultati dello studio, che rimane “solido scientificamente”.
Se allora i risultati sono validi, perchรฉ non sono stati resi noti? Certo, lo studio suggerisce di fare ulteriori ricerche e di considerare l’opportunitร  di adottare provvedimenti orientati a contrastare i possibili danni indotti da sostanze chimiche e vaccinazioni, magari modificando le abitudini di vita (con dieta ricca di frutta e verdura fresca), adottando misure precauzionali per tutte le attivitร  esterne (fotoprotezione), e usando agenti antiossidanti. Ma dopo 8 anni e tanti soldi spesi ci si aspettava di piรน. Piรน certezze e meno errori. Soprattutto per i 192 militari morti e i quasi 4mila che si sono ammalati in questi anni per patologie legate all’uranio e altri agenti patogeni e che da anni attendono una risposta per capire cosa gli รจ accaduto.

Fonte:il Fatto Quotidiano

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