L’anti-semitismo di cui non si parla

lug 24, 2012 0 comments
Di Amira Hass
 Haaretz

Ecco una statistica che non vedrete nelle ricerche sull’anti-semitismo, per quanto lo studio possa essere meticoloso. nei primi sei mesi dell’anno, sono stati registrati 154 assalti di tipo anti-semita, 45 dei quali attorno a un solo villaggio. Alcuni temono che il record dell’anno scorso di 411 attacchi -un numero notevolmente maggiore dei 312 del 2010 e  dei 168 nel 2009 – potrebbe essere superato questo anno.
Cinquantotto incidenti sono stati registrati soltanto in giugno, compresi lanci di pietre mirati ad agricoltori e pastori, finestre fatte a pezzi, incendi dolosi, danni a condutture d’acqua e a cisterne, alberi da frutta sradicati, e un luogo di culto danneggiato. Talvolta gli assalitori sono mascherati, a volte no; a volte attaccano  di nascosto,  talvolta alla luce del giorno.
Ci sono stati due attacchi violenti al giorno, in sedi separate, il 13, 14 e 15 luglio. Le parole “morte” e “vendetta” sono state  scarabocchiate in varie zone; un messaggio più originale promette che “Noi faremo ancora massacri.”
Non è un caso che i diligenti ricercatori  di antisemitismo  abbiano omesso questi dati. La ragione è che non li considerano rilevanti, dal momento  che i Semiti che sono stati attaccati vivono nei villaggio che si chiamano Jalud, Mughayer e At-Tuwani, Yanun e Beitilu. La dose giornaliera di terrore (altrimenti nota come terrorismo) che viene inflitta a questi Semiti, non viene compilata in un  rapporto statistico ordinato, né viene notata dalla maggior parte della popolazione ebraica di Israele e del mondo – anche se gli incidenti rassomigliano alle storie raccontate dai nostri nonni.
Il giorno che i nostri nonni temevano era la  domenica, il Sabbath per i Cristiani; i semiti che non interessano i ricercatori che monitorano  l’anti-semitismo, temono il sabato, il Sabbath degli Ebrei. I nostri nonni sapevano che le autorità preposte all’imposizione dell’ordine, non sarebbero intervenite ad aiutare una famiglia ebraica che veniva attaccata; sappiamo che le forze di difesa israeliane, la polizia israeliana, l’Amministrazione civile, la polizia di frontiera, e i tribunali stanno in disparte chiudendo gli occhi, facendo indagini superficiali, ignorando le prove, minimizzando la gravità delle azioni, proteggendo chi compie gli attacchi, e incoraggiando quei persecutori.  Le mani che promuovono gli attacchi sono di Ebrei Israeliani che violano la legge  internazionale vivendo in Cisgiordania Gli obiettivi e gli scopi degli attacchi sono l’essenza della non-occupazione israeliana. Questa violenza sistematica fa parte dell’ordine esistente. Essa completa e facilita la violenza del regime e quello che i suoi rappresentanti – i comandanti di brigata, i comandanti di battaglione, i generali e i funzionari dell’Amministrazione civile – stanno facendo mentre “sopportano il peso” del servizio militare.
Stanno arraffando più terra possibile, usando pretesti e trucchi resi giusti  dall’Alta Corte di Giustizia; stanno confinando le persone del luogo in riserve densamente popolate. Ecco l’essenza del grandissimo successo noto come Area C: un intenzionale assottigliamento della popolazione palestinese nel 62% circa della Cisgiordania, in preparazione all’annessione ufficiale.
Giorno dopo giorno diecine migliaia di persone vivono all’ombra del terrore. Oggi ci sarà un attacco contro le case al margine del villaggio? Saremo in grado di arrivare al pozzo, all’orto, al campo di grano? I nostri bambini arriveranno bene a scuola, o riusciranno ad arrivare illesi a casa dei loro cugini? Quanti alberi di ulivo sono stati danneggiati durante la  notte?
In casi eccezionali, quando si ha fortuna, una video camera usata da volontari di B’Tselem, documenta un incidente e perfora l’armatura dell’ignoranza ostinata  indossata dai cittadini dell’unica democrazia del Medio Oriente. Ma questa abitudine di violenza che aumenta è molto reale, anche se non se ne dà abbastanza notizia.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani Al-Haq, l’escalation ricorda ciò che è accaduto nel 1993-1994, quando avevano avvertito che l’incremento di violenza, unito all’incapacità delle autorità di intervenire, avrebbe causato un numero enorme di vittime. E poi il dottor Baruch Goldstein dell insediamento di Kiryat Arba, è arrivato e ha freddato 29 fedeli musulmani presso la moschea Ibrahim. Il massacro ha  lo scenario  per una politica di Israele  di vuotare la Città Vecchia di Hebron dei suoi residenti palestinesi , con l’assistenza di persecutori Ebrei israeliani, C’è qualcuno tra coloro che prendono  decisioni nel paese e che le attuano che speri in un secondo round? 

 Censura? Haaretz cancella l’articolo di Amira Hass sulla crescente violenza dei coloni


Di Ali Abuminah

Il quotidiano di Israele, Haaretz ha misteriosamente cancellato un forte articolo di Amira Hass intitolato :”L’antisemitismo di cui si tace,” riguardo a un incontrollato aumento di violenza contro i Palestinesi da parte dei coloni israeliani.
Questo è almeno il secondo notevole atto di apparente censura da parte di Haaretz nei mesi recenti. In dicembre, come abbiamo riferito, il giornale ha espunto dal suo sito web un articolo di David Sheen su un orripilante dimostrazione anti-africana a Tel Aviv.
L’articolo della Hass, originariamente pubblicato il 18 luglio, paragonava l’allarmante aumento di attacchi dei coloni al periodo che ha portato al massacro del 1994 di Palestinesi di Hebron da parte dei coloni:
Secondo l’organizzazione per i diritti umani Al-Haq, l’escalation ricorda ciò che è accaduto nel 1993-1994, quando avevano avvertito che l’incremento di violenza, unito all’incapacità delle autorità di intervenire, avrebbe causato un numero enorme di vittime. E poi il dottor Baruch Goldstein dell insediamento di Kiryat Arba, è arrivato e ha freddato 29 fedeli musulmani presso la moschea Ibrahim

La Hass è un a delle più note giornaliste di Hareetz, famosa a livello internazionale per il modo in cui documenta le violazioni dei diritti umani da parte di Israele nei confronti dei Palestinesi.

L’articolo sparisce

La versione in lingua ebraica dell’articolo della Hass, è ancora presente sul sito del quotidiano in ebraico. E’ la versione inglese che è sparita.
La  versione inglese si può ancora leggere tramite Google Cache (v. sopra).
Tuttavia, l’url originale dell’articolo ora rimanda a una pagina a cui non si può accedere
http://www.haaretz.com/opinion/the-anti-semitism-that-goes-unreported-1.394279.
Una ricerca nell’archivio di Haaretz degli articoli di Amira Hass, indica che fino a oggi, il suo articolo più recente era del 16 luglio. L’articolo del 18 luglio non riesce a trovare da nessuna parte.
Ironicamente, l’url che originariamente portava all’articolo della Hass, ora collega a uno scritto di un uomo che ha come sottotitolo:”Donne, non siate sceme.  La voce della protesta femminile non viene ascoltata.” La Hass è una delle poche donne importanti che scrive su  Haaretz e sembra che la sua voce non possa essere ascoltata.


Fonte: http://www.zcommunications.org/censorship-haartez-deletes-amra-hass-article-on-surging-
settler-violence-by-ali-abunimah
Originale: Electronic Intifada
Traduzione di Maria Chiara Starace

Da Znet

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