TAV, anche in Lombardia decide lo Stato, non i Comuni

ago 1, 2012 0 comments
Di Dario Pederani
La speranza di un dibattito sereno e costruttivo intorno alla realizzazione della TAV (il controverso corridoio europeo che dovrebbe unire con treni ad alta velocità Lisbona e Kiev)sembra essere sempre più compromessa da molti fattori: l’influenza esercitata dagli immensi interessi economici in campo, le divisioni ideologiche tra i partiti italiani e le rappresentazioni spesso univoche dei mass media, volte a trasmettere l’idea di un utilità assoluta dell’opera e banalizzare le ragioni di chi e’ contrario alla sua realizzazione.
Tanto e’ vero che i dibattiti televisivi e gli articoli della carta stampata non hanno mai offerto ai cittadini l’opportunità di valutare il rapporto costo-benefici dell’opera o i connessi rischi per la salute e per l’equilibrio dei nostri ecosistemi: in questi anni l’attenzione dell’informazione si e’ concentrata sui lavori che interessano la tratta Torino-Lione e si e’ occupata quasi esclusivamente dei problemi di ordine pubblico che tutti conosciamo (per la verità provocati da agenti esterni che nulla hanno a che fare con le popolazioni locali) senza indagare le ragioni di chi vive nella Valle Susa (per chi fosse interessato sono disponibili online le “Osservazioni al documento del governo italiano” elaborate da tecnici e professori universitari su incarico della comunità montana della Val Susa).
Come Lombardi, dovremmo pero’ ricordarci che i lavori della TAV interessano anche la Lombardia e dovremmo domandarci, tra le altre cose, come sono state coinvolte le comunità locali lombarde nel processo decisionale e quali misure sono state adottate per prevenire episodi di infiltrazione della malavita nei cantieri. La realtà e’ piuttosto disarmante in entrambe le questioni. Anzitutto, l’opera non e’ mai stata concertata con il territorio in quanto nel 2009 lo stato italiano (governo Berlusconi) ha imposto sull’opera la cosiddetta Legge Obiettivo (legge 443 del 2001) che di fatto estromette tutti gli enti locali (legge gia’ al centro delle critiche in quanto sposterebbe l’enfasi sulle grandi opere e sulla velocizzazione delle procedure) .
Un modus operandi che senz’altro e’ la causa della situazione che si sta verificando nella zona del Garda intorno a Desenzano: i sindaci gardesani si sono incontrati di recente per discutere lo spostamento del tracciato TAV più a sud, per tutelare i colli morenici, ma le istituzioni mantovane gia’ rifiutano l’ipotesi, preoccupati a loro volta dell’impatto che l’opera potrebbe avere sulle loro colline. E il famoso alpinista Fausto De Stefani ha commentato: “La TAV in mezzo alle colline sarebbe un colpo mortale non solo per l’ambiente, ma per un’economia fatta di agriturismi, prodotti tipici, vitivinicoltura, turismo alternativo e sostenibile”. Siamo sicuri che se le istituzioni lombarde e non quelle italiane fossero state competenti a decidere non si sarebbe arrivati a una situazione caotica come questa. Secondo il modello di democrazia diretta proposto da Pro Lombardia e ispirato dal modello svizzero, queste comunità avrebbero dovuto esprimersi su un progetto impattante in modo così determinante sulla loro vita, sulla loro comunità e sul loro ambiente e avrebbero dovuto essere interpellate attraverso referendum il cui risultato sarebbe stato cogente per tutte le istituzioni. Invece nella realtà decide lo stato italiano e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Per quanto riguarda la difesa della legalità, la TAV conferma che la Lombardia e’ terreno di conquista di mafia e ‘ndrangheta. In due anni la Direzione Investigativa Antimafia ha escluso 148 imprese dalle grandi opere pubbliche lombarde per legami con la criminalità organizzata e la prefettura di Brescia ha emesso dodici provvedimenti interdittivi a carico di imprese.
Nel 2008 un’inchiesta de L’Espresso (“il binario si e’ intossicato”) denunciava che i terreni adiacenti alla TAV a Magenta e in sei comuni del Parco del Ticino erano stati usati da imprese contigue a mafia e ‘ndrangheta per sotterrare rifiuti tossici nocivi: dopo il sequestro di sette cantieri da parte della magistratura, effettivamente nei terreni era stata riscontrata la presenza di sostanza chimiche cancerogene che potenzialmente avrebbero potuto disperdersi nell’aria e inquinare le falde acquifere. Notizia recentissima e’ che sono in corso controlli sui cantieri della TAV nella zona di Travagliato e Palazzolo (Bs) e la magistratura ritiene di aver trovato molti documenti “interessanti” .
*ProLombardia Indipendenza
Fonte e articolo completo:l'Indipendenza

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