Bologna, il sogno diventa realtà: ecco la cittadella del sapere

giu 27, 2015 0 comments
Di Valentina Ferrandello
Dove c’era la vecchia fonderia Sabiem, sorgera’ l’Opificio Golinelli, una “cittadella del sapere” eco-compatibile voluta dalla Fondazione Golinelli di Bologna. Questa sera il nuovo complesso, che ricopre un’area di 9.000 metri quadrati in via Nanni Costa ed e’ costato complessivamente 12 milioni di euro, si ‘svela’ e viene visitato per la prima volta da giornalisti e autorita’. I curiosi dovranno aspettare ancora un po': l’apertura per il pubblico e’ fissata per il 3 ottobre. Il centro diventa il quartiere generale della Fondazione, che qui svolgera’ ampia parte delle sue attivita’ formative, didattiche e culturali, che si potranno moltiplicare visti i nuovi spazi a disposizione. L’attesa e’ di 150.000 visite all’anno, numeri che daranno al nuovo centro rilievo nazionale e non solo. L’edificio, progettato dagli architetti di diverserighestudio di Bologna, e’ concepito come metafora di una citta’ smart e si basa su una concezione urbanistica policentrica della citta’.
11660316_10206802077551322_578466302_oDi fatto, sara’ uno tra i piu’ grandi laboratori sperimentali a fine didattico nel campo delle scienze e della tecnologia in Italia: non solo potra’ ospitare contemporaneamente 400 ragazzi in laboratori a posto singolo e in aule didattiche (l’edificio ha una capienza massima di 750 persone), ma dispone di quasi 3.000 metri quadrati di ambienti dedicati a questo, cui si aggiungeranno gli spazi comuni multi-funzionali (utilizzabili a fine espositivo), gli uffici della Fondazione e le aree verdi per attivita’ all’aperto. All’interno dell’Opificio Golinelli, gli uffici della Fondazione sono il quartier generale, circondati da tutta una serie di spazi dedicati ai giovani. “Scienze in pratica” e’ riservato agli adolescenti, che cosi’ hanno la possibilita’ di fare esperimenti concreti in un laboratorio attrezzato; la “Scuola delle idee” e’ uno spazio ludico e interattivo per valorizzare la creativita’ di bambini a partire dai 18 mesi; “Educare a educare” e’ il programma per formare gli insegnanti a una didattica in un costante dialogo fra le discipline scientifiche e umanistiche; il “Giardino delle imprese” propone attivita’ educative e formative per avvicinare i ragazzi di licei e istituti tecnici all’imprenditorialita’. Spazio anche a “Scienza in piazza”, il progetto che dal 2005 cerca di avvicinare i cittadini di ogni eta’ alla scienza e ad “Arte scienza e conoscenza”, il programma di mostre di arte e scienza dedicate al grande pubblico. Tre gli elementi chiave alla base del progetto architettonico: in primis la strategia del non finito, che prevede l’occupazione parziale della superficie interna. Al secondo posto c’e’ il paradosso architettonico, che grazie a uno studio prospettico tra i capannoni e i luoghi di lavoro permette ad ogni attivita’ che si svolge all’interno della struttura di avere uno sguardo verso l’alto; infine, lo spazio dedicato all’arte: oltre a essere contenitore per lo studio e la ricerca, dentro l’Opificio troveranno casa anche alcune opere d’arte della collezione Golinelli. Il complesso e’ realizzato in classe A e necessita di poca energia. Climatizzato tramite un sistema a pompe di calore ad alto rendimento, e’ scollegato dalla rete gas e dunque non produce emissioni inquinanti. Con l’apertura di Opificio, sottolinea Marino Golinelli, fondatore e presidente della Fondazione Golinelli, “si realizza il mio sogno di investire nel futuro di tutti: un’iniziativa concreta per prepararsi a vivere in un mondo diverso, globale, complesso, imprevedibile”. Un luogo fisico, prosegue, “dove i ragazzi si costruiscono un bagaglio di valori etici del lavoro, dello studio, della responsabilita’ sociale e civile, annullando i timori del futuro”. Per Andrea Zanotti, vicepresidente della Fondazione Golinelli, l’Opificio Golinelli e’ una nuova scommessa della Fondazione, che da qui al 2065 (questo l’orizzonte temporale indicato da Golinelli) “intende aprire piste di riflessione e di azione inedite” e “ripensare il futuro per non essere costretti a rincorrerlo inutilmente”. La nuova struttura di via Nanni Costa, aggiunge il direttore generale della Fondazione, Antonio Danieli, “vuole ‘accelerare’ le nuove generazioni affinche’ sappiano guardare alla vita in maniera proattiva, assecondando le proprie libere aspirazioni” per “creare nuove professioni o nuove imprese che ancora oggi non esistono o non si conoscono”.

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