"Politica occulta" di "destra" e "sinistra":il caso della nazi-induista Savitri Devi e dell'anarco-sufista Leda Rafanelli

giu 1, 2015 0 comments

Di Massimo Mannarelli

Maximiani Portas meglio conosciuta come Savitri Devi Mukherji (Lione, 30 settembre 1905 – Sible Hedingham, 22 ottobre 1982) si laurea in scienze e lettere apprendendo diversi idiomi (italiano, inglese, tedesco, islandese, bengali, e l'indi.
Vegetariana e con una marcata antipatia per le religioni abramiche subisce il richiamo dell'India che si presenta, a lei, come la terra capace di adorare e venerare ancora le Divinità ariane.
Il suo viaggio spirituale e politico inizia nel 1932 in India, qui non solo avrà modo di conoscere le opere del grande Bal Gangàdhar Tilak, ma conoscerà direttamente Subhas Chandra Bose leader del nazionalismo indiano di cui appoggerà la causa, e sposando successivamente uno dei rappresentanti dell'organizzazione "Il Sol Levante" , il Brahmano Sri Krishna Mukhereji.
Savitri Devi invece rifiuta il monoteismo delle genti del libro rivolgendo il suo credo verso una visione di monismo-panteistico e divenendo una sorta di "missionaria del paganesimo ariano" prima in India e dopo la fine della seconda guerra mondiale in Occidente.
Leda Rafanelli (Pistoia 4 luglio 1880-Genova, 13 settembre 1971) si trasferisce appena ventenne in Egitto, tale migrazione viene concepita come un ritorno a casa come spiega lei stessa scrivendo: "Fin da bambina ho sempre detto, con ferma convinzione, che ero nata millenaria. Tutti i miei personali ricordi, i sogni, le aspirazioni, i desideri erano basati, sistemati, orientati verso l'antico Egitto, mia patria d'elezione. Nessuno, che non sia un bruto, può sfuggire alla malia del deserto, al fascino delle oasi... Chi ha vissuto qualche anno fra gli arabi ne sentirà l'influenza per sempre ".
Vive ad Alessandria d'Egitto dove entra in contatto con gli anarchici della Baracca Rossa. Leda amplia le sue conoscenze libertarie integrandole con lo studio della religione islamica, giungendo ad un apparente e strano connubio fra l'anarco individualismo stirneriano e l'Islam nella sua forma più esoterica. Ella opta per la strada del misticismo ribelle sulle orme di celebri donne come Isabelle Eberhardt e  Valentine de Saint-Point (autrice del Manifesto della donna futurista nonché combattente islamica e poi discepola di René Guénon).
L'anarco-islamismo della Rafanelli diviene soprattutto un percorso politico come quelli dal nazi-vaishnavismo di Savitri Devi; se per quest'ultima l'umanità è divisa in tre categorie umane che sono: "uomini di sopra del tempo", "uomini nel tempo" e "uomini contro il tempo", nella sua concezione trova posto l'idea di una concretizzazione dei codici filosofici espressi nella Bhagavad-Gità dove l'agire impersonale, distaccato, senza pathos e odio è incarnato dalla figura di Adolf Hitler, concepito come l'uomo della provvidenza, o meglio ancora come una sorta di sacrificio per l'umanità che avrebbe portato alla fine del Kali Yuga rappresentata dal potere delle lobby ebraiche; per la Rafanelli l'Islam nella sua forma sufista non è solo il rituale dell'esaltazione della danza derviscia, quanto piuttosto una rivolta contro il mondo moderno, contro  l’atomizzazione della società e, quindi, la disgregazione sociale seguita al nascente capitalismo, ma anche un gesto di rivolta contro il mondo occidentale percepito come egemonico in tutte le sue forme (politico, militare, e culturale). In effetti ella non farà mai propaganda religiosa per quanto in alcuni suoi scritti esporrà la sua concezione dell'Islam, quanto piuttosto come nel suo romanzo "L'oasi" egli denuncia apertamente il colonialismo italiano in Libia difendendo la resistenza libica guidata dalla confraternita sufi della Senussiya. Il suo anti-interventismo fu ul motivo di rottura con il Mussolini socialista con il quale ebbe una calda amicizia.
Il suo pensiero stringe nell'unità l'anarchismo, l'islam e in parte minore le scienze occulte, parlando espressamente di parità sessuale e della condizione della donna islamica come realizzazione della femminilità, ma la libertaria toscana si impegna a favore degli ebrei etiopi falascià, auspicando una collaborazione di carattere federativo e antiautoritario tra i movimenti sovversivi. 
Conclusasi la parentesi egiziana invece la Rafanelli torna a Milano e  con il marito Ugo Polli fonda la Casa Editrice Rafanelli-Polli. In seguito allarottura sentimentale con quest’ultimo, la nostra si lega con l’editoreindividualista Giuseppe Monanni, il curatore delle prime pubblicazioni italiane delle opere di Nietzsche.  Sempre con Bonanni, Leda  dà vita alla rivista di politica e arte Vir, iniziativa editoriale che avrà collaboratori del calibro di Giovanni Papini e Umberto Boccioni. Di questa commistione tra futuristi e anarchici non bisogna stupirsi; già il poeta Renzo Provinciali nel suo manifesto “Anarchia e Futurismo” scriveva: «Gli anarchici, sono sempre stati profondamente futuristi, e comprenderanno l’impellente bisogno di penetrare nell’ideale Futurista, nel vero Futurismo, Futurismo libero da le dittature e dalle ambizioni e così gli anarchici saranno ancora più perfetti, più coscienti dele rivendicazioni politiche e artistiche.  Intanto, Leda scrive anche  per le riviste La Rivolta (1910) e La Libertà (1913-14).
Gli ultimi anni della sua esistenza li trascorrerà guadagnandosi da vivere come insegnante di lingua araba, dipingendo calligrafie islamiche e scrivendo articoli per la rivista anarchica Umanità Nova.
Anche Savitri deve ritorna in Europa e lo fa a guerra conclusa con la tristezza di non aver partecipato direttamente e in prima persona al fenomeno dell' Hitlerismo magico. Il suo viaggio a ritroso è un cammino di ricostruzione di ciò che è solo apparentemente ormai perduto. Ella viaggierà recandosi prima in Gran Bretagna, quindi nei Paesi scandinavi, alla giungendo infine in Germania sulle tracce dell'ultimo avatar dove si accinge a riprendere l'opera di ricostruzione spirituale e ideologica della razza ariana sino al suo arresto avvenuto a Kòln nell’inverno 1949, e alla successiva condanna alla reclusione pronunziata dal tribunale di Dusseldorf per aver svolto propaganda nazionalsocialista.
Morirà il 22 ottobre 1982 nell'Essex(Inghilterra), ove si era recata in attesa di portare le sue tesi negli Stati Uniti e in Canada e il suo fuoco cremato come vuole la tradizione induista.

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