Non hai voglia di studiare? Come puoi trovarla in 5 mosse

ago 31, 2015 0 comments
Di Andrea Giuliodori
Trovare la voglia di studiare non sempre è facile, ma con le giuste strategie potrai finalmente mettere a frutto le tue ore di studio.
“Voglia di studiare saltami addosso, ma domani perché oggi non posso.”
Tu.
Ogni tanto mi diletto con la lettura a freddo: ti va di fare un esperimento insieme? Vediamo se riesco a leggerti la mente ;-)
Dunque… sono giorni che dovresti iniziare a studiare seriamente per gli esami universitari della tua prossima sessione, eppure stai lì a gingillarti



Continui a prometterti che da “domani” diventerai uno studente modello, studierai millemila ore e completerai uno zilione di pagine di quel maledetto tomo. Peccato che questo fantomatico “domani” è da 2 settimane che non ne vuole sapere di arrivare! Insomma, per quanto tu possa continuare ad illuderti sul “domani“, la verità è che appena apri quei maledetti libri la tuavoglia di studiare svanisce come neve al sole… Beh, come sono andato? Fuochino?! :-)
Qualche mese fa ti ho parlato delle 3 paroline magiche che devi utilizzare quando sei demotivato. Nel post di oggi voglio invece parlarti di 5 strategie pensate specificatamente per farti ritrovare la voglia di studiare; ma prima di vederle, dobbiamo capire come mai la motivazione per lo studio ci abbandona sempre nel momento del bisogno…

Perché non hai voglia di studiare

Gli universitari sono i soggetti di studio preferiti dagli psicologi: molto probabilmente perché gli studiosi sono pigri ed esistono migliaia di “cavie” a due passi dai laboratori universitari. Fatto sta che sono state condotte decine di studi legati alla scarsa motivazione e alla procrastinazione nello studio. Molti di questi studi sono giunti alle stesse conclusioni; se non hai voglia di studiare è perché:
  1. La media dei tuoi ultimi esami somiglia in modo impressionante a delle temperature primaverili (18, 20, 19, 21, non pervenuto).
  2. Ti sono rimasti indietro così tanti esami universitari che hai deciso di aprire un mercatino dell’usato per le matricole: “ESAMI!!! Vendo esami d’annata: Anatomia, anno accademico ’98-’99, come nuovo!
  3. Nella partita a poker che stai giocando con la vita hai avuto alcune mani sfortunate che hanno distolto la tua attenzione dall’Università (un incidente, un lutto, etc.).
  4. Hai capito che vuoi diventare un domatore di tigri, o perlomeno hai obiettivi a breve termine che hanno reso il tuo percorso di studi irrilevante.
  5. Stai preparando esami difficili ed il fatto che il prof. delle superiori ti lasciasse leggere la Gazzetta dello Sport durante le lezioni, non si sta dimostrando di grande aiuto.
  6. Sei un cazzaro.
A parte l’ultima motivazione, le altre 5 cause sono state individuate attraverso vere e proprie indagini scientifiche; beh sì, forse gli studiosi di Harvard le hanno presentate in modo un tantino differente: sta a guarda’ il capello :-D
Ma perché ti ho parlato delle cause? A te interessano le soluzioni, giusto?
Se in questo momento sei preso da problemi più gravi dell’esame di Analisi I (causa 3) o hai realizzato che per fare il domatore di tigri, non serve necessariamente una laurea in veterinaria (causa 4), non c’è tecnica o strategia che possa farti ritrovare la voglia di studiare. Per tutti gli altri casi, le strategie che vedremo sono estremamente efficaci (soprattutto se sei un cazzaro). Pronto? Iniziamo dalla prima.

1. Think different (pensa differente)

Posso confidarti un segreto? Questi studiosi pomposi, con i loro dottorati e le loro ricerche asettiche in laboratorio, secondo me hanno cannato di brutto. La vera causa #1 della demotivazione studentesca sono le seghe mentaliAhhh, l’ho detto!
Secondo la dottoressa Sharon Melnick, autrice di Success Under Stress, ogni giorno abbiamo circa60.000 pensieri a livello conscio. Se ti sei appena chiesto: “che diamine è un pensiero a livello conscio?!” Ecco ne hai appena avuto uno. Il punto è che  ognuno di questi pensieri può avvicinarti oallontanarti dai tuoi obiettivi.
Il 99,9% dei pensieri di uno studente demotivato che deve preparare un esame universitario, sono seghe mentali: “non ce la posso fare“, “è troppo difficile“, “non ci capisco niente“, “ho troppo poco tempo“, “forse dovrei rimandare alla prossima sessione“, “voglio tornare alle superiori, gnégnégné gnégnégné“, devo andare avanti?
La regola #1 per ritrovare la voglia di studiare è pensare differente. Devi sostituire in modo consapevole quelle 59.999 seghe mentali che hai al giorno, con pensieri efficaci: “posso farcela“, “ho già superato in passato altri esami“, “sto migliorando ogni giorno“, “Andrea di EfficaceMente è un genio!“. Ok, l’ultimo pensiero potrebbe essere un tentativo di innesto di idea stile Inception, ma direi che hai colto il messaggio.
“Siamo ciò che pensiamo. La nostra vita è il prodotto dei nostri pensieri.”
Buddha.

2. Studia per le giuste ragioni

Stai leggendo questo articolo perché vuoi la spinta necessaria per superare i tuoi esami, giusto? Sbagliato! Se la tua motivazione allo studio si basa esclusivamente sul desiderio di “superare esami” o magari, ancora peggio, sulla volontà di fare contenti i tuoi genitori, non avrai mai sufficiente “benzina” per affrontare EfficaceMente il tuo percorso universitario.
Per ritrovare la voglia di studiare devi scavare più a fondo.
Smettila di studiare per gli esami ed il voto finale: sono solo artifici creati per testare il tuo livello di preparazione. Studia per il sincero desiderio di apprendere nuove conoscenze e per una sana voglia di dimostrarti il migliore nel tuo campo. Riscopri i tuoi sogni d’infanzia: magari oggi vedi l’esame di Diritto Privato come un ostacolo invalicabile, ma quando eri più piccolino sognavi di diventare il Perry Mason de noartri. Detto tra noi, a me frega poco meno di niente del tuo sogno d’infanzia, ma a te dovrebbe interessare molto invece e questo è il momento giusto per rispolverarlo. Non studiare per il voto, studia per quel sogno, studia per te stesso.

3. Adotta la strategia “giardino Zen”

giardino ZenSono sempre rimasto affascinato dai giardini Zen. La loro semplicità mi trasmette un senso di quiete e benessere. In un giardino Zen nessun elemento è di troppo: ogni singolo aspetto dell’ambiente è curato nei minimi dettagli, affinché l’osservatore possa immergersi nella contemplazione senza distrazioni.
L’ambiente in cui studi può influenzare molto il tuo grado di motivazione. Il computer accesso sulla pagina di Facebook, lo smartphone che continua a notificarti i messaggi di WhatsApp, la tv che parla in continuazione: tutti questi elementi inficiano la tua concentrazione, rendendo inefficaci e frustranti le tue sessioni di studio.
Quando inizi a studiare crea intorno a te il tuo personale giardino Zen: chiudi il computer (a meno che non sia indispensabile per lo studio), silenzia lo smartphone, spegni la TV. Di fatto, il giardino Zen è un’ottima applicazione di quella strategia del vuoto di cui ti ho parlato qualche post fa. Nel tuo ambiente di studio deve vigere una semplice regola: o studi, o non fai una beneamata cippa fritta, niente, nisba… vuoto assoluto. 0 distrazioni, 100% concentrazione.

4. Fai un programma di studio (ed aggiungi il 34% di ore in più)

Spesso non abbiamo voglia di studiare perché siamo letteralmente sopraffatti dalla mole di materiale da preparare. Non sappiamo da dove iniziare e quindi… non iniziamo! Il mio consiglio è di affrontare ogni singolo esame partendo da un bel programma di studio.
Come si definisce un programma di studio efficace lo abbiamo già visto parlando di backward planning, quello che non ti ho mai detto è che un programma di studio può essere un’arma a doppio taglio: se fai un programma che prevede più ore di studio del necessario, ti ritrovi a perdere tempo inutilmente; al contrario se fai un programma troppo “compresso”, rischi di non rispettarlo, generando inutili ansie e frustrazioni. Che fare dunque per migliorare le tue capacità di pianificazione?
Questa settimana datti degli obiettivi di studio giornalieri, ad esempio: “studio 3 capitoli in 5 ore“. Poi misura il tempo che impieghi effettivamente a studiare quei capitoli. Infine dividi il tempo impiegato con quello inizialmente preventivato: il numero che otterrai è il tuo personalissimo “errore di pianificazione“.
Quando ero studente ho applicato questo semplice stratagemma e ho scoperto che su 100 ore di studio pianificate, quelle realmente impiegate per completare il materiale erano mediamente 134 ore: il 34% di ore in più. Scoprire il mio errore di pianificazione mi ha aiutato a realizzare programmi di studio migliori, ma soprattutto programmi di studio che riuscivo a rispettare.

5. Utilizza la regola dei 12 pomodori

Ok, le cagatone psico-motivazionali-programmatorie le abbiamo viste: adesso è arrivato il momento di studiare sul serio.
Immagina di aver acquisito l’atteggiamento mentale giusto, di aver ritrovato le tue motivazioni più profonde, di esserti immerso nell’ambiente ideale e di aver fissato dei target di studio giornalieri ben precisi: e adesso?! E adesso si studia… un “pomodoro” alla volta.
Naturalmente sto facendo riferimento alla tecnica del pomodoro: suddividi le tue sessioni in intervalli di 25 minuti di studio e 5 minuti di pausa. Perché proprio 25? Perché la nostra concentrazione tende inevitabilmente a deteriorarsi dopo 25-30 minuti. Ogni 4 pomodori prenditi una pausa più lunga (10-20 minuti). Poniti un obiettivo di studio giornaliero di 12 pomodori, corrispondenti a circa 6 ore. That’s it. Finiti i tuoi pomodori, stacca completamente: fatti una corsetta, vai in palestra, pratica un hobby; quello che preferisci, l’importante è che lasci al tuo cervello il tempo di far sedimentare quanto hai appreso durante la giornata.

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