Isis: quell’avvertimento dagli Usa ignorato dal Belgio su Abaaoud

nov 25, 2015 0 comments
Isis, quell'avvertimento Usa ignorato dal Belgio su Abaaoud
Era lo scorso 8 giugno quando il Dipartimento di Stato americano segnalò alle autorità del Belgio la pericolosità di Abdelhamid Abaaoud, la «mente» della strage di Parigi. Un allarme ignorato, come spiega il Corriere della Sera.
Abdelhamid Abaaoud

L’ALLARME IGNORATO SU ABAAOUD -

Secondo quanto riporta il quotidiano diretto da Fontana con un articolo di Fiorenza Sarzanini, l’avvertimento era dettagliato, forniva indicazioni sul suo ruolo all’interno dell’Isis:
Ma soprattutto proveniva da una fonte certificata: il Fincen, la sezione specializzata nella prevenzione e investigazione dei crimini finanziari. Non risulta che Bruxelles abbia fatto nulla, tantomeno che abbia allertato i servizi segreti europei su quella nota. Anzi. Le verifiche sui movimenti di denaro riconducibili al leader dei fondamentalisti risultano effettuate soltanto dopo il massacro di venerdì 13 novembre. A dieci giorni dagli attacchi simultanei emergono nuovi e inquietanti dettagli su quanto accaduto nei mesi precedenti. Si mettono a fuoco le falle nel sistema di sicurezza. E si infittisce il mistero sui movimenti dell’altro attentatore, Salah Abdeslam, perché si scopre che la carta di credito prepagata era «dedicata» all’operazione pianificata dall’Isis. Dunque anche il passaggio in Italia nell’agosto scorso era parte del progetto di morte.

LA RELAZIONE IGNORATA SU ABAAOUD -

Il Corsera spiega come il Fincen si occupi di monitorare i flussi finanziari «sospetti», fornendo quindi indicazioni sulla base di verifiche già fatte. Quindi, tutt’altro che generici allarmi:
«L’avviso dell’8 giugno alle autorità belghe specifica che «Abdelhamid Abaaoud risulta il capo della cellula terroristica dell’Isis che ha la base operativa in Belgio ed è l’anello di congiunzione con la Siria». Fornisce elementi anche su altre persone a lui collegate. Le autorità di Bruxelles evidentemente decidono di non intervenire, nonostante l’uomo fosse già stato identificato in precedenza. E, particolare ancor più strano, scelgono di non condividere le informazioni con i servizi segreti «collegati». Abaaoud continuare ad agire indisturbato, si fa beffa dei controlli, nonostante nel febbraio precedente avesse rilasciato un’intervista alla rivista dell’Isis Dabiq, per parlare dei suoi viaggi tra Belgio e Siria e prende in giro «i “kuffar” (gli infedeli) resi ciechi da Allah» che non sono mai riusciti a fermarlo. Ricompare a novembre a Parigi, stratega del terrore, leader del gruppo che con attacchi simultanei colpisce lo Stade de France e il teatro Bataclan, oltre a bar e ristoranti .

IL PASSAGGIO IN ITALIA DI SALAH -

Se Abaaoud era il capo, Salah Abdeslam uno degli 8 uomini che dovevano farsi esplodere per provocare il maggior numero di vittime. Almeno secondo i piani. Poi, all’ultimo momento, cambia tutto. Si salva e fugge:
«Con il trascorrere dei giorni si fa strada la convinzione che proprio lui fosse stato incaricato di occuparsi della logistica degli attacchi, che lo abbia fatto sin dall’estate scorsa quando era arrivato in Italia in compagnia dell’altro complice Ahmed Dahmani, 26 anni, belga di origini marocchine. A «tracciare» i loro spostamenti è la carta di credito prepagata intestata ad Abdeslam. Dimostra che i due entrano nel nostro Paese il 31 luglio, passando dalla Svizzera. Vanno a Bari, il 1° agosto si imbarcano per Patrasso. Per quattro giorni non ci sono movimentazioni, è presumibile che siano andati in Turchia, potrebbero addirittura essere arrivati in Siria. Il 5 agosto rientrano in Italia e ricominciano a usare la carta. Pagano l’autostrada, i rifornimenti di carburante per l’auto affittata in Belgio. Il 6 agosto ultima traccia prima di passare il confine. In queste ore si cerca di verificare se abbiano fatto soste, incontrato qualcuno. L’unica certezza è che la carta di credito non viene più utilizzata fino all’11 novembre scorso quando Abdeslam effettua numerosi prelievi e poi versa 700 euro per l’affitto dell’appartamento nel residence di Alfortville, vicino Parigi. Poche ore dopo prende 50 euro e la localizzazione del bancomat dimostra che è di nuovo in Belgio, nel quartiere di Molenbeek. Trascorre un giorno e torna nella capitale francese per partecipare al massacro rivendicato dall’Isis. Lascia tracce preziose per convincere gli inquirenti che il viaggio in Italia fosse collegato alla strage. E per far intensificare le ricerche di possibili complici.

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