Una pluralità di posizioni, proposte, interessi spesso contrastanti. Praticamente inesistenti le probabilità di uscire con un accordo a 16, quanti sono i Paesi che prendono parte al vertice. Dopo giorni di scambi di accuse – in special modo tra Italia, Francia, Spagna e Malta – i leader si sono riuniti a Bruxelles nel summit patrocinato da Angela Merkel e Jean-Claude Juncker per trovare un’intesa in vista del Consiglio Ue del 28 e 29 giugno cercano una via d’uscita all’impasse sulla questione dei flussi migratori.
La proposta che Giuseppe Conte ha presentato al tavolo delle trattative si basa su “sei premesse e 10 obiettivi ed è mirata a proporre una puntuale politica di gestione dei flussi migratori efficace e sostenibile”, ha detto il premier arrivando a Bruxelles. L’obiettivo è “superare completamente il regolamento di Dublino” ovvero “superare il criterio del Paese di primo arrivo: chi sbarca in Italia, sbarca in Europa”, ha detto il presidente del Consiglio, primo a prendere la parola al tavolo dei leader. Il primo a reagire è stato il premier spagnolo Pedro Sanchez: “Abbiamo ricevuto la proposta di Conte, ne abbiamo discusso e la studieremo”.
Un concetto ancor meglio esplicitato al punto 6, che sancisce la “responsabilità comune tra Stati membri su naufraghi in mare”. “Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo – si legge – superare il concetto di ‘attraversamento illegale’ per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminarerichieste di asilo. L’obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti”.
All’8° punto della proposta italia figura la creazione di centri di accoglienza in più Paesi europei e non solo in Italia o Spagna: nel momento in cui, nonostante il primo filtro posto in Africa, i migranti riescano ad arrivare sulle coste italiane, a farsene carico non può essere solo l’Italia o la Spagna. Il meccanismo, spiegano le stesse fonti, prevede quindi una ripartizione obbligatoria di chi sbarca in maniera illegale sulle coste meridionali europee. Nella sintesi della proposta italiana diffusa dal governo – spiegano fonti dell’esecutivo – al punto otto c’è un errore in quanto si denominano i centri di accoglienza da istituire “centri di protezione“, che invece sono quelli previsti, nel documento, nei Paesi di transito in Africa.
Riguardo i migranti economici, poi, la proposta italiana prevede che tutti gli Stati Ue si impegnino ad accoglierne una quota: per quelli che non ottemperano a questo obbligo dovrebbero essere previste “adeguate contromisure finanziarie“.
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