Pd manifesta a Roma contro il governo. Martina: “Compresa lezione del 4 marzo”. Renzi: “Fermare la deriva venezuelana”

set 30, 2018 0 comments
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“Contro i #ladridifuturo” e “Per l’Italia che non ha paura”. Con questi slogan, il Pd è sceso in piazza a Roma per la prima volta in opposizione al governo Lega-M5s, fresco di approvazione della nota al Def che ha fissato il rapporto deficit/pil al 2,4%. Nella Capitale sono arrivate migliaia di persone (“siamo 70mila”, dicono gli organizzatori, anche se la piazza si è riempita nel corso delle ore come dimostrano queste immagini delle 14) mentre sul palco durante il pomeriggio sono saliti tutti il segretario Maurizio Martina ed esponenti della società civile, operai e disoccupati. Il primo intervento è stato affidato a Federico Romeo, presidente del municipio di Valpolcevera a Genova, la zona in cui si trovava il ponte Morandi. Poi è toccato a una mamma che ha raccolto firme con una petizione per l’obbligatorietà dei vaccini, un operaio Ilva e persone impegnate nella lotta al caporalato.

Di Manolo Lanaro e Alberto Sofia
L’intervento del segretario Martina – “Piazza del Popolo c’è. Come sempre, la nostra gente ci sa stupire. Soffre e lotta, si mette in gioco e partecipa. Questa piazza è per l’Italia”, ha detto il segretario del Partito Democratico prima di salire sul palco da dove, criticando la manovra (“zero investimenti e condono per gli evasori”), ha attaccato Giovanni Tria. “Se non ha dignità di tenere la posizione, vada a casa“, ha detto riferendosi alla volontà del titolare dell’Economia di tenere il rapporto deficit/pil sotto il 2 per cento, superata dalla linea Salvini-Di Maio. Due ministri “che fanno i piromani”, li ha definiti. E quando ha pungolato il capo del Viminale sui 49 milioni di euro da restituire rateizzati dalla Lega, i militanti hanno risposto con il coro “onestà, onestà”. Le critiche a Di Maio sono invece piovute sull’esultanza al balcone dopo l’approvazione della nota al Def (“Roba da repubblica delle banane”) e sull’elezione di Marcello Foa alla presidenza della Rai: “In queste ore il M5S ha sigillato un inciucio sulla Rai con Salvini e Silvio Berlusconi – ha detto Martina – Di Maio ha sigillato un nuovo contratto. Dov’è il cambiamento quando Berlusconi è un pezzo del potere che si sta consolidando. Di Maio ha fatto il cameriere ad Arcore“. Poi l’appello agli elettori di sinistra che il 4 marzo non hanno votato Pd: “Abbiamo capito, abbiamo capito. Adesso però dateci una mano. Ci avete dato una lezione. Allora più unità, più ascolto, meno arroganza e meno vanità”.
Renzi: “Fermare deriva venezuelana” – Presente anche l’ex segretario Matteo Renzi, protagonista di un abbraccio con Paolo Gentiloni e lo stesso Martina, che ha annunciato il suo arrivo con un tweet: “Lottare colpo su colpo. E organizzare forme di resistenza civile contro la deriva venezuelana di Di Maio e Salvini. L’Italia è stata resa grande dal lavoro, dal sudore, dalla fatica e non dall’assistenzialismo. Non lasciamo il futuro a chi vuole vivere di condoni e sussidi. Senza paura, amici”. Per il candidato alla segreteria e governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, si tratta di una “bellissima piazza”: “La destra non si illuda: siamo qui, tantissimi, per l’Italia. Per fermare chi la sta prendendo in giro”.
Zingaretti: “Dovere di dialogare con base 5s” – “C’è un corpo elettorale che oggi modifica più rapidamente le proprie idee e il M5S può darsi abbia delle fratture al suo interno. Mi auguro che chi non è d’accordo con il Governo di destra esca dal M5S e sicuramente saremo pronti a dialogarci”, ha detto a margine della manifestazione il capogruppo dem al Senato, il renziano Andrea Marcucci, aprendo alla cosiddetta ala sinistra dei pentastellati. Dei Cinque Stelle ha parlato anche Zingaretti, rispondendo indirettamente a Renzi che lo aveva “accusato” di ambiguitànei confronti dei pentastellati: “”I 5 stelle li ho sconfitti due volte, non sono parte della mia identità, ma rivendico il dovere dialogare con una immensa base elettorale che la lasciato il nostro partito e che ha colto nel M5s un approdo, che non voglio diventi permanente”, ha risposto il candidato alla segretaria in collegamento a Mezz’ora in più, su Rai 3. “Dobbiamo fare politica, cambiare politiche economiche e prendere in mano il tema di una nuova Europa. Un conto è picconare l’Europa, un altro conto è avere coraggio ammettere che questa Ue ha perso la forza della sua identità – aggiunge – Fra il 2005 e 2008 l’identità unitaria si è affievolita”.

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