Matteo Salvini vuole che sia lo Stato ad avere il controllo delle riserve auree italiane

feb 14, 2019 0 comments


Di Miles Johnson
Salvini ha affermato di voler strappare il controllo delle ingenti riserve d’oro italiane dalle mani della Banca Centrale nazionale, in quella che è solo l’ultima di una  serie di minacce all’indipendenza dell’Istituto da parte della coalizione populista al governo.
“L’oro appartiene al popolo italiano, e a nessun altro”, ha dichiarato ai giornalisti lunedì.
Tali commenti arrivano dopo la richiesta di un cambio ai vertici di Bankitalia, rea di non aver impedito la crisi bancaria del paese. Tali accuse hanno peraltro anche scatenato la reazione di Giovanni Tria, Ministro dell’Economia, che ne ha difeso l’indipendenza.
I media nazionali fanno intuire che il governo, formato da Movimento Cinque Stelle e Lega, sta prendendo in considerazione l’utilizzo di parte dell’oro della BC per finanziare i propri piani di spesa.
Salvini ha dichiarato di non aver vagliato a pieno tale evenienza, ma che “potrebbe essere un’idea interessante”.
Claudio Borghi, euroscettico deputato della Lega nonché consigliere economico del vicepremier, ha proposto una legge che garantisca che sia lo Stato, e non Banca d’Italia, ad essere riconosciuto come proprietario di ultima istanza delle riserve.
“Non vogliamo dar via i lingotti; anzi, al contrario, vogliamo impedire che altri ci mettano le mani sopra”, ha scritto.
Beppe Grillo, comico e co-fondatore dei Cinque Stelle, lo scorso settembre ha detto che vendere parte dell’oro per aumentare la spesa non sarebbe un’idea malvagia.
“Ci permetterebbe di mettere finalmente fine a questa storia del ‘non ci sono soldi’. Perché i cittadini devono vendere le proprie collane e lo Stato no?”.
La Banca d’Italia è la terza banca centrale al mondo, dopo quelle di Stati Uniti e Germania, per quanto riguarda le quantità di riserve auree, con le sue 2.452 tonnellate (dati di fine terzo trimestre dello scorso anno, fonte World Gold Council).
Su altro versante, Salvini ha anche minimizzato sul rischio di instabilità che potrebbe nascere nella coalizione dopo le elezioni regionali di domenica.
Ha detto che “nulla cambia” dopo le elezioni abruzzesi, dove il candidato della coalizione di destra, sostenuto dalla Lega, ha ottenuto il 48% dei voti.
L’elezione in Abruzzo, regione che conta 1,3 milioni di abitanti, ha raccolto più attenzione del normale, in quanto assaggio delle prossime elezioni europee di maggio, le quali vedranno Salvini ed i Cinque Stelle, guidati da Luigi Di Maio, combattersi l’un l’altro per ottenere il voto popolare.
Il candidato dei 5S si è piazzato terzo, con appena il 20% dei voti, addirittura dietro il centrosinistra.
“Il voto riguardava l’Abruzzo, non credo che i nostri amici debbano temere alcunché”, ha detto Salvini, gettando acqua sul fuoco.
È evidente che la posizione anti-immigrazione lo abbia aiutato a superare Di Maio nei sondaggi. In quelli per le elezioni europee, si prevede che la Lega confermerà il proprio vantaggio sull’alleato.
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di HMG

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