Il dialogo ritrovato tra 5 Stelle e Lega. Di Maio: «Nessuna discussione sul rimpasto»

giu 7, 2019 0 comments


Per l’ultimo giorno di campagna elettorale, in vista dei ballottaggi del 9 giugno, sembra essere tornato il fair play nel governo giallo-verde. Tutti concordi nel «non-vivacchiare». Questa mattina in radio Luigi Di Maio ha usato la stessa l’espressione utilizzata dal premier Conte durante la conferenza stampa di lunedì: «Con Matteo Salvini ci siamo detti chiaramente che se si va avanti si va avanti sugli obiettivi che ci siamo dati, per combattere e non per vivacchiare o tirare a campare». E ha poi aggiunto: «Non abbiamo discusso di ruoli e rimpasti» sottolineando però che bisogna «nominare assolutamente il ministro delle politiche Ue», cioè il successore di Paolo Savona e i nuovi sottosegretari dopo le dimissioni di Armando Siri e Edoardo Rixi.

L’incontro tra i due vice-premier

Primo dettaglio inusuale di ieri: dopo l’incontro a Palazzo Chigi, Luigi Di Maio e Matteo Salvini erano usciti in silenzio, senza fornire dettagli ai cronisti ma rimandando a una nota ufficiale. Ma l’incontro era avvenuto a Palazzo Chigi, senza il “padrone di casa”, che era ancora in Vietnam. Il premier Giuseppe Conte, ha precisato però Di Maio, «sapeva che ci saremmo visti ma era all’estero con le imprese e non poteva partecipare ma era necessario incontrarci per fare ripartire tutto, le tante promesse da mantenere, dal salario minimo all’abbassamento delle tasse, dobbiamo metterci al lavoro prima possibile».

Il prossimo Consiglio dei ministri

Il Consiglio dei ministri (in cui il leader leghista vorrebbe far approvare il decreto Sicurezza-bis) ci sarà la prossima settimana dopo il secondo turno delle Amministrative: probabilmente martedì. I due vice premier hanno intanto avviato una riflessione sulla squadra di governo: si potrebbe arrivare a mettere in discussione la guida del ministero dell’Infrastrutture, su cui siede il pentastellato Danilo Toninelli, e la poltrona vacante delle Politiche europee.
Riguardo all’indicazione del componente italiano nella prossima commissione europea, Di Maio e Salvini sarebbero d’accordo sul fatto che il nome che il governo indicherà dovrà essere quello di un politico e non di un tecnico.

Le inchieste


Ma ci sono altri comportamenti degli alleati di governo, da tenere sotto osservazione: dopo le dimissioni ritirate da parte del sindaco leghista di Legnano(ora ai domiciliari) a commentare erano stati solo i consiglieri regionali M5S, mentre qualche settimana fa era stato il capo politico 5 Stelle Di Maio a parlare di una nuova Tangentopoli. Dopo l’indagine della Corte dei Conti nei confronti del viceministro all’Economia Massimo Garavaglia, nessuna preoccupazione è stata espressa dagli alleati pentastellati per quasi 24 ore. Poi Luigi Di Maio, a Radio 24, ha detto: «Prima di tutto auguro a Garavaglia di essere innocente. Se non dovesse essere così auspico quello che è successo con Rixi, cioè un passo indietro del diretto interessato». Quanto al sindaco leghista di Legnano, il capo politico M5S ha detto che «un caso come questo non sarebbe mai avvenuto nel Movimento 5 Stelle. Ne abbiamo avuto uno in 10 anni, lo abbiamo espulso e deve stare lontano da noi per chilometri».

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