Scuola romana divide bimbi tra ricchi e poveri: le stesse parole usate anche su sito del Miur

gen 15, 2020 0 comments

Di Enrico Tata

Sta facendo discutere la descrizione comparsa sul sito internet dell’istituto comprensivo via Trionfale a Roma, che sottolinea il ceto dei propri alunni a seconda del plesso scolastico. Se quelli che frequentano via Trionfale appartengono a famiglie del ceto medio-alto, quelli del plesso di via Assarotti provengono da estrazione sociale medio-bassa. Addirittura nella sede di via Cortina d'Ampezzo si specifica che molti alunni sono figli dei dipendenti nelle case dell'alta borghesia (colf, badanti e autisti). Queste le frasi esatte:

La sede di via Trionfale e il plesso di via Taverna accolgono, infatti,  alunni  appartenenti a  famiglie del ceto medio-alto, mentre  il Plesso  di via Assarotti,  situato  nel cuore del quartierepopolare di Monte Mario,  accoglie  alunni  di estrazione sociale medio-bassa e conta, tra  gli iscritti, il maggior numero di alunni con cittadinanza non italiana; il plesso di via Vallombrosa, sulla via Cortina d’Ampezzo, accoglie, invece, prevalentemente alunni appartenenti a famiglie dell’alta borghesia assieme ai figli  dei lavoratori  dipendenti occupati presso queste famiglie (colf, badanti, autisti, e simili).

Sulla vicenda è intervenuta anche la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina, che ha commentato così la descrizione apparsa sul sito della scuola: "Descrivere e pubblicare la propria popolazione scolastica per censo non ha senso. Mi auguro che l'istituto possa dare motivate ragioni di questa scelta. Che comunque non condivido".

Le stesse parole utilizzate per un progetto del Miur

Le stesse parole, però, sono state pubblicate sul sito del Ministero per un progetto presentato dall'istituto comprensivo di via Trionfale nell'ambito del PON, Programma Operativo Nazionale. Si chiamava "Mente-cuore-mani: alla ricerca dei tuoi talenti" e aveva l'obiettivo "di proporre nuove modalità educative che, rompendo la logica strettamente disciplinare, si rivolgono alla totalità dell'alunno, mente-cuore-mani, attraverso percorsi multidisciplinari e multimediali che mirano a far emergere e valorizzare tutti i talenti". Il Ministero a autorizzato il finanziamento del progetto con 40mila euro.

Nel piano formativo dell'istituto, pubblicato sul sito Scuola in chiaro del Miur, si legge:

"Il contesto socio-economico è disomogeneo poiché il territorio di riferimento, che insiste su due Municipi, include fasce di popolazione appartenenti al ceto alto e zone in cui è elevata la presenza di famiglie di cittadinanza non italiana, socialmente svantaggiate. La percentuali di alunni con bisogni educativi speciali raggiunge il 7% del totale della popolazione scolastica. L'analisi della presenza di alunni con cittadinanza non italiana rispetto al totale della popolazione dei singoli plessi rileva disomogeneita' fra questi, in particolare per la scuola primaria si registrano le seguenti: Trionfale 26%, Assarotti 26%, Taverna 17%, Vallombrosa 6%". Si legge però anche che la "disomogeneità socio-economica rappresenta uno stimolo alla personalizzazione dei percorsi formativi".

Secondo Claudia Pratelli, assessore al Municipio III di Roma, "leggere parole come queste sul sito di una scuola fa orrore. Ma è molto più complicato e più grave di come sembra. Quello che leggete fa parte del RAV, il rapporto di autovalutazione, che le scuole sono obbligate a compilare e pubblicare sul sito. Questo RAV chiede di descrivere il contesto e la composizione sociale della scuola. Precisamente chiede di delineare limiti e opportunità del contesto sociale. È scelta delle dirigente e del nucleo di valutazione, deputati a compilarlo, valutare quali siano i limiti, quali le opportunità e quali parole scegliere. Non è una scelta ma obbligatorio, invece, pubblicarlo sul sito. Possiamo anche gridare allo scandalo, che si ripete ogni anno, del preside classista, ma se oltre al dito non guardiamo la luna della privatizzazione strisciante dell’istruzione rischiamo di non capirci granchè. Soprattutto colpisce l’indignazione un po’ naïf della Ministra Azzolina, che se si percepisce esclusivamente commentatrice del mondo dell’istruzione comincia molto male".

La risposta dell'istituto: "Nessun classismo, solo descrizione territorio"
Secondo l'istituto di via Trionfale nelle parole pubblicate sul sito non c'è nessun intento discriminatorio, ma solo una "mera descrizione socio economica del territorio". Il testo, comunque, è stato modificato e sono state rimosse "le definizioni interpretate in maniera discriminatoria".

Rusconi (Associazione presidi): "La scuola deve essere inclusiva"

"Ritengo che quando un istituto scolastico debba presentare sé stesso sul sito della scuola non possa utilizzare parametri pseudosociologici, medio-borghesia, ambiente poco acculturato e così via. Questo può indurre chi legge a pensare che vi siano classi di serie A e serie B, invece la scuola deve essere inclusiva", ha dichiarato ai microfoni di Fanpage.it Mario Rusconi, presidente dell'Associazione Nazionale dei Presidi del Lazio. "Bisogna fare in modo che ci sia una preparazione adeguata delle persone che curano i siti delle scuole", ha aggiunto.

FONTE: https://roma.fanpage.it/scuola-romana-divide-bimbi-tra-ricchi-e-poveri-le-stesse-parole-usate-anche-su-sito-del-miur/

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