Conte vola da Trump per evitare i dazi sulle auto di lusso

lug 29, 2018 0 comments
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Di Ilario Lombardo

Solo fino a un certo punto Giuseppe Conte potrà contare sulla «simpatia umana» che si vanta di avere con Donald Trump. Perché il presidente americano, dopo aver fatto gli onori della Casa Bianca, vorrà passare all’incasso su un po’ di questioni aperte con l’Italia. Dietro il sorriso d’intesa di Trump con Conte, c’è tutto il pragmatismo del tycoon che intende capitalizzare l’amicizia con il primo governo populista d’Europa per mettere al riparo gli interessi degli Stati Uniti. L’elenco dei dossier è lungo e il presidente del Consiglio lo ha affrontato durante i briefing preparatori di questo viaggio a Washington che inizia stasera e si concluderà domani pomeriggio. 
Le intese sul commercio
Conte ha aspettato che Jean Claude Juncker tornasse dalla Casa Bianca per ricalibrare la strategia italiana. La pace commerciale, seppur fragile, strappata dal presidente della Commissione europea all’umorale presidente Usa è una buona notizia anche per l’Italia. Conte era già pronto a chiedere un trattamento speciale all’amico americano per salvaguardare i prodotti agroalimentari italiani. Per ora, almeno, non sembra che sarà necessario. Restano nubi minacciose sul settore automobilistico. E qui il presidente del Consiglio è pronto a chiedere di escludere da possibili maxi-imposte commerciali le auto di lusso, che vedono l’Italia tra i leader mondiali.  
Il gasdotto delle polemiche
Conte entrerà alla Casa Bianca già certo di sentirsi rivolgere questa domanda: «Sul Tap sei con noi, vero?». La risposta sarà sì: il gasdotto delle polemiche, che il M5S aveva promesso di smantellare e che sta lacerando la compagine governativa, sarà completato. L’approdo del Trans Adriatic Pipeline, il corridoio meridionale del gas che servirà ad alleggerire l’Italia dalla dipendenza dalla fonte energetica russa, resterà in Puglia. Da Palazzo Chigi confermano che Conte potrebbe avanzare la proposta di modificare il progetto e spostare il luogo scelto per completare l’opera considerata troppo strategica dagli americani.  

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