Giovanni Bellissima (24 anni), Salvatore Bologna, (41 anni) e Domenico Marrara (50 anni) uccisi
barbaramente il 10 novembre 1979 da malavitosi appartenenti alla Mafia presso il casello autostradale San
Gregorio di Catania mentre erano di scorta al boss “Faccia d’angelo” che doveva essere trasferito al carcere
di Bologna.
Oggi sono passati quarantuno anni da quel giorno in cui trovarono la morte dei fedeli servitori dello Stato
che con molta dedizione e serietà stavano svolgendo un delicato e pericoloso servizio. A noi il compito di
ricordarli affinché il loro esempio e sacrificio si mantenga vivo nelle giovani menti anche nelle nostre aule
virtuali scolastiche.
Il 16 gennaio 2013 al vice brigadiere Giovanni Bellissima e a all’appuntato Domenico Marrara mentre il 16
agosto dello stesso anno all’appuntato Salvatore Bologna verranno conferite le Medaglie d’oro al valor civile
(alla memoria) con la seguente motivazione:
“Capo scorta di traduzione a pericoloso detenuto, in ambiente caratterizzato da massicci insediamenti di
delinquenza organizzata, che aveva raggiunto una efferatezza mai espressa prima. Mentre svolgeva il proprio
compito, consapevole del rischio, veniva fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte di alcuni
malviventi, rimanendo vittima innocente di una guerra di mafia e immolando la giovane esistenza
nell'adempimento del dovere. 10 novembre 1979 - San Gregorio di Catania.”
“Componente della scorta di traduzione a pericoloso detenuto, in ambiente caratterizzato da massicci
insediamenti di delinquenza organizzata, che aveva raggiunto una efferatezza mai espressa prima. Mentre
svolgeva il proprio compito, consapevole del rischio, veniva fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte
di alcuni malviventi, rimanendo vittima innocente di una guerra di mafia e immolando la giovane esistenza
nell'adempimento del dovere.”
«Componente della scorta di traduzione a pericoloso detenuto, in ambiente caratterizzato da massicci
insediamenti di delinquenza organizzata, che aveva raggiunto una efferatezza mai espressa prima. Mentre
svolgeva il proprio compito, consapevole del rischio, veniva fatto segno a proditoria azione di fuoco da parte
di alcuni malviventi, rimanendo vittima innocente di una guerra di mafia e immolando la giovane esistenza
nell'adempimento del dovere. San Gregorio di Catania - 10 novembre 1979»
Non solo i colpevoli dell’eccidio non furono mai individuati, ma anche le autorità dell’epoca, tranne il
Presidente Sandro Pertini che in visita a Catania appena seppe dell’agguato si recò a rendere omaggio alle
salme in ospedale, poco fecero per rendere tangibile la vicinanza dello Stato rispetto a chi, conscio dei rischi
che corre, sacrifica tutto in nome della divisa che porta.
Oggi è fondamentale attraverso i giovani ricostruire un forte legame tra Paese legale e Paese reale stabilendo
un vincolo duraturo tra sentimento civico e futuri cittadini per contenere la disaffezione politica e la
corruzione morale.
Il CNDDU propone di dedicare laboratori scolastici o biblioteche ai coraggiosi carabinieri deceduti in
servizio.
“È nella gioventù che sono riposte le nostre speranze, è nelle loro mani il futuro dell’Italia, non lo si
dimentichi mai, perché dal modo come si preparano i giovani oggi, dalle qualità morali e di carattere che
essi acquisiranno in questi anni di studio uscirà il destino del nostro paese. io non sono pessimista; è vero,
attraversiamo una lunga e difficile crisi, tanti sono i problemi da affrontare e da risolvere, ma da ciò – ne
sono certo – scaturirà una società che oggi appena intravediamo, più ricca di partecipazione, profondamente
democratica, migliore dell’attuale. prepariamo quindi con forte impegno questo avvenire non lasciandoci
scoraggiare dalle pressanti difficoltà ed operando in concordia di intenti a portare in avanti il processo di
crescita della nostra comunità civile.” (Sandro Pertini, Messaggio per l’inizio dell’anno scolastico, 1980)
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU
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