Macachi rinchiusi in laboratorio, i loro sguardi sembrano chiederci: è davvero necessario?

apr 27, 2019 0 comments

Di Essere Animali
Marta, Charlie e altri macachi sono rinchiusi nelle gabbie di uno stabulario, presso un’importante università italiana. Questi non sono i loro veri nomi, che abbiamo deciso di non divulgare così come non divulgheremo il nome dell’università e di chi ci ha lavorato alcune settimane, con lo scopo di documentare e rendere visibile la loro triste vita.
Questi macachi vivono in piccole gabbie spoglie. Inseriti nel cranio e nelle tempie hanno degli elettrodi, necessari per gli esperimenti di neuroscienze a cui sono sottoposti. Una vita di totali privazioni porta molti di loro a comportamenti stereotipati: si muovono avanti e indietro nella gabbia, leccano compulsivamente le pareti e mordono senza sosta lucchetti e sbarre. Immagini come queste lasciano il segno. Non accade spesso di poter vedere video dall’interno dei laboratori di ricerca. Questa è la prima indagine compiuta “sotto copertura” in Italia, mentre le più recenti in Europa sono di cinque o sei anni fa, che diffondiamo oggi in occasione del 40esimo anniversario della Giornata mondiale per gli animali nei laboratori.
Nel video non si vedono esperimenti particolarmente cruenti, ma l’infinita tristezza in cui vivono questi macachi per lunghi anni di ricerche. Oltre la porta del laboratorio, dove vengono portati per gli esperimenti, bloccati nelle gabbie di contenzione, non sappiamo cosa accada. Ma crediamo che queste immagini siano sufficienti per interrogarci sull’utilizzo di primati e altri animali nelle università e nei centri di ricerca italiani. Il loro sguardo impotente tocca il cuore e non può lasciarci indifferenti. La domanda che questi animali sembrano porci è “davvero non possiamo fare in modo che questo non sia più necessario?”.
Nel nostro Paese sono circa 600 i laboratori autorizzati dal ministero della Salute a compiere esperimenti su animali. Si tratta di centri di ricerca pubblici o privati, situati all’interno di aziende farmaceutiche, università e ospedali. Il dato positivo è che anno dopo anno il numero totale di animali utilizzati per la ricerca scientifica è in graduale diminuzione: oggi sono poco meno di 600mila, mentre soltanto dieci anni fa erano quasi un milione.
[Attenzione: le immagini potrebbero urtare la vostra sensibilità]



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