La guerra sui confini marittimi nel Mediterraneo

ago 29, 2020 0 comments

Di Mauro Indelicato

Il braccio di ferro tra Atene ed Ankara non sta riguardando soltanto il confronto, per adesso a distanza (ma non troppo), lungo l’Egeo: il nuovo capitolo dello scontro è andato in scena nelle scorse ore all’interno dell’aula del parlamento greco, dove si è discusso di un altro elemento caldo nella disputa con la Turchia. Il riferimento è ai confini marittimi dello Stato ellenico, circostanza delicata viste le rivendicazioni e le pretese reciproche da parte del governo greco e turco nelle attuali dispute. La legge approvata dai deputati di Atene riguarda da vicino anche il nostro Paese: è stato infatti ratificato l’accordo con l’Italia per la delimitazione delle acque territoriali, un’intesa quest’ultima raggiunta nello scorso mese di giugno e che ricalca grossomodo il trattato tra Roma ed Atene sottoscritto nel 1977. All’interno della legge però, c’è poi un altro passaggio assai più significativo: la ratifica di un analogo accordo con l’Egitto. La parte della nuova norma relativa ai rapporti con Il Cairo è stata discussa in un secondo momento per via anche della delicatezza dell’argomento. È la dimostrazione di come la vera guerra in questo momento tra Grecia e Turchia ha a che fare con il controllo delle acque del Mediterraneo orientale.

Schiaffo ad Erdogan

Per capire la portata dei voti delle ultime ore del parlamento ellenico, occorre fare alcuni passi indietro e tornare allo scorso mese di novembre quando il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è riuscito a far firmare al premier libico Al Sarraj un memorandum d’intesa tra i due governi. Oltre alla promessa di aiuti militari all’esecutivo di Tripoli, in quelle settimane sempre più sotto pressione di fronte alle iniziative militari di Khalifa Haftar, Ankara ha definito anche i confini delle nuove zone economiche esclusive (Zee) sia della Turchia che della Libia. In particolare, è stato previsto un vero e proprio corridoio turco – libico in grado di sovrastare le acque di competenza greca a largo di Creta e di dividere la Zee di Atene da quella cipriota. In questo modo, la Turchia è avanzata fino al nord Africa mentre Grecia, Cipro ed Egitto sono state tagliate fuori dai corridoi commerciali del Mediterraneo orientale.
Per questo da Atene si è cercato subito di correre ai ripari, anche in relazione alle provocazioni di Ankara che nei mesi successivi più volte ha svolto esercitazioni a ridosso dello spazio aereo e marittimo greco, a volte perpetuate entrando nelle acque territoriali elleniche. Il governo del premier Kyriakos Mitsotakis ha stretto quindi accordi ad ovest con l’Italia ed a sud con l’Egitto per provare a mitigare le azioni politiche di Erdogan. Le Zee infatti, previste dal trattato di Montego Bay del 1982, sono regolate direttamente dagli Stati interessati tramite anche accordi specifici tra le parti. La Grecia ha avuto fretta di stringere intese con i Paesi vicini, avviando una guerra sui confini marittimi che ha avuto nel voto parlamentare uno dei suoi atti più importanti. I deputati ellenici hanno approvato le estensioni delle Zee greche con lo specifico intento di disturbare i piani di Erdogan nella regione.

Infografica di Alberto Bellotto

La nuova estensione delle acque territoriali greche

Andando a vedere nello specifico cosa prevedono i nuovi accordi ratificati da Atene, risalta in primo luogo l’estensione fino a 12 miglia dalle coste di Creta della Zee ellenica. Tutto questo è stato possibile grazie all’intesa con l’Egitto, altro Paese ai ferri corti con la Turchia e che ha avuto tutto l’interesse ad evitare di rendere attuale il memorandum tra Ankara e Tripoli. La nuova Zee greca andrebbe a cancellare del tutto quel corridoio turco – libico previsto dalle intese tra Erdogan ed Al Sarraj dello scorso novembre: “La ratifica di questi accordi – ha dichiarato non a caso in parlamento il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias – è la migliore risposta alle velleità turche”. Sempre il titolare della diplomazia ellenica ha poi specificato, così come riportato da AgenziaNova, che “Gli oceanografi stanno già lavorando in modo che possiamo estendere le nostre acque territoriali nell’ambito della Zona economica esclusiva concordata con l’Egitto”, la quale oramai appare il fronte più caldo nell’ambito della guerra sui confini marittimi.
Secondo il premier Mitsotakis, l’estensione delle acque di competenza greca sono un’opportunità per tutto il Paese: “La Grecia sta crescendo – ha dichiarato in parlamento il capo del governo, andando nel suo discorso anche al di là della disputa con la Turchia – Altri prima lo hanno detto, ma siamo noi che lo stiamo mettendo in pratica”. Tuttavia, a monte della volontà di Atene di ridisegnare i propri confini marittimi c’è sempre l’attuale braccio di ferro con Ankara, sul quale si stanno concentrando buona parte delle energie politiche del Paese.

L’accordo che riguarda l’Italia

Il parlamento greco ha dato seguito anche all’accordo riguardante i confini marittimi con il nostro Paese. Questi ultimi erano parzialmente regolati dall’intesa del 1977, oggi aggiornata dopo gli incontri tra le delegazioni dei due rispettivi governi tenuti nel mese di giugno. I punti cardine sono quelli riguardanti le delimitazioni delle aree di competenza italiane e greche lungo il mar Ionio, circostanza quest’ultima attesa da diversi decenni. Per quanto riguarda il nostro Paese, l’accordo con la Grecia rientra nell’ambito della più complessiva ridefinizione dei nostri confini marittimi e dell’istituzione definitiva della Zee, fino ad oggi mai approvata. A luglio su InsideOver la deputata Iolanda Di Stasio, prima firmataria del disegno di legge sulla Zee italiana, ha confermato la volontà di arrivare quanto prima all’approvazione della norma anche per risolvere definitivamente le dispute con l’Algeria.

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