Abbiamo già una "fonte dell'eterna giovinezza": le ultime sulle cellule T

gen 25, 2024 0 comments


Di Gianluca Riccio

Nel campo della medicina rigenerativa, una recente ricerca potrebbe aver aperto la porta a una nuova era. L'uso di cellule T CAR, comunemente impiegate nella terapia contro il cancro, ora promette di diventare una chiave per rallentare, e persino invertire, il processo di invecchiamento.

Lo studio, condotto dai ricercatori del Cold Spring Harbor Laboratory di New York, segna una svolta potenzialmente rivoluzionaria nella nostra comprensione e gestione delle malattie legate all'età.

La promessa delle cellule T

Il fulcro di questa ricerca innovativa, come detto, è l'impiego di cellule T CAR, già note nel campo oncologico, in una nuova battaglia: quella contro l'invecchiamento. Queste cellule svolgono ruoli cruciali nel sistema immunitario, con capacità sia offensive che di supporto.

La terapia CAR T-cell, finora concentrata sul cancro, modifica queste cellule per riconoscere e distruggere specifici antigeni presenti sulle cellule tumorali.

Targeting delle cellule senescenti

Cellule T
Le cellule senescenti (blu) si accumulano con l'avanzare dell'età. Le cellule CAR T possono essere programmate per cercarle e distruggerle. L'immagine sopra mostra campioni di tessuto pancreatico sano di un vecchio topo trattato con queste cellule fin da piccolo.

Il team di ricercatori guidato da Corina Amor Vegas ha scoperto che è possibile riprogrammare le cellule T CAR per attaccare le cellule senescenti, considerate una delle principali cause dell'invecchiamento e delle malattie correlate. Le cellule senescenti, cessando di moltiplicarsi (ma non morendo), rilasciano sostanze chimiche che possono provocare infiammazione cronica, un fenomeno noto come "inflammaging".

Cellule T, risultati sorprendenti in studi su topi

Applicando le cellule T CAR riprogrammate in topi anziani, i ricercatori hanno osservato miglioramenti significativi nel metabolismo e nella tolleranza all'esercizio fisico. Questo trattamento ha anche rallentato l'invecchiamento e protetto da malattie legate all'età come obesità e diabete.

Un dato interessante è che queste cellule sono rimaste attive nel corso della vita naturale dei topi, suggerendo un effetto a lungo termine di questa terapia.

Implicazioni per la salute umana

Questo studio non solo apre nuove prospettive nel trattamento delle malattie legate all'età, ma solleva anche importanti questioni sulla gestione della salute umana a lungo termine. La potenziale applicabilità di un trattamento "alle cellule T" nell'uomo potrebbe significare un cambiamento radicale nel modo in cui affrontiamo il processo di invecchiamento, passando da un approccio reattivo a uno proattivo e preventivo.

Cellule T
I topi giovani trattati con cellule T CAR invecchiano più lentamente. Soprattutto, sono protetti dalle condizioni naturali associate all’invecchiamento come l’obesità e il diabete. 
La vignetta sopra mostra un giovane topo, trattato con queste cellule, che ha seguito una dieta ricca di grassi per due mesi. 
I grafici mostrano che, rispetto ai topi non trattati con la stessa dieta, il topo trattato aveva un peso corporeo inferiore.

Prossimi passi e considerazioni etiche

Nonostante i risultati dalle cellule T siano estremamente promettenti (anzi, forse proprio per questo) è essenziale considerare le implicazioni etiche. C'è qui un potenziale trattamento che potrebbe radicalmente cambiare la nostra esperienza dell'invecchiamento, dobbiamo tenerne conto.

La ricerca futura dovrà indagare non solo l'efficacia e la sicurezza di queste terapie negli esseri umani, ma anche le questioni più ampie riguardanti la qualità della vita e l'impatto sociale di un prolungamento significativo della vita umana.

FONTE: https://www.futuroprossimo.it/2024/01/abbiamo-gia-una-fonte-delleterna-giovinezza-le-ultime-sulle-cellule-t/

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