Di Debora Billi
Non conterei troppo sul fatto che il prossimo anno si tengano elezioni politiche
nel nostro Paese. D'altra parte, il governo Monti potrebbe cadere
all'improvviso su qualche callo di Berlusconi e quindi ritrovarci alle
urne nel giro di settimane. Si sta come d'autunno eccetera.
Nel frattempo, l'ultimo terremoto politico sono i sondaggi che danno il Movimento 5 Stelle al 7%,
mentre si susseguono scandali per corruzioni che travolgono l'ormai
decotta Casta italiana. Perché tutto ciò mi ricorda tanto il '93?
In Rete e nell'informazione tutta sono irreperibili analisi obiettive del fenomeno 5 Stelle.
Si passa dalla solita demagogia ad uso del popolino "Antipolitica! E'
un comico! Gente ignorante!" all'esaltazione contraria, che vede Grillo
come la soluzione a tutto e guai a parlarne male.
Così, provo a cimentarmi in una listina il più possibile obiettiva di pro e contro, come si fa quando si deve prendere una decisione. Se vi pare manchi qualcosa, segnalatelo. Spero aiuti anche voi.
PRO
- Antipolitica. Non c'è proprio nulla di antipolitico
in cittadini che si riuniscono in garage per mettere insieme un
programma nel tentativo di aiutare il Paese. Anzi, direi che tale
attività si configuri come "politica" nel senso più positivo ed alto
del termine. A meno che non si intenda la politica come sistema
partitico, di poltrone e di inciuci. Sospetto che tanti abbiano talmente interiorizzato tale sistema, che ogni altra via diventi antipolitica.
- Il comico.
A prescindere dal fatto che chiunque può fare politica in un Paese
democratico, un comico o un venditore di spazzole, un avvocato o un
medico, a me pare che Grillo sia proprio l'unico a non candidarsi.
Continuare ad usare il termine "votare Grillo" è sottile manipolazione.
- Il programma.
Grillo lo ha scritto nero su bianco in anni e anni di blog. Le basi si
sa quali sono, e sono le più vicine a chi si occupa di ambiente, decrescita e risorse.
Oltretutto ha dimostrato notevoli doti visionarie, il che è davvero
incredibile in un Paese in cui chi governa non sa neppure cosa sta
succedendo da anni, figurarsi prevedere il futuro. E la preveggenza, a mio avviso, è oggi dote imprescindibile per gli amministratori pubblici.
- L'esperienza. I grillini sono spesso accusati di "non avere esperienza". E meno male, aggiungerei. L'esperienza con questo sistema politico è deleteria
per chiunque abbia un minimo di buona volontà. Un po' come il carcere,
che a volte serve solo ad imparare come delinquere meglio. Inoltre,
credo ormai che qualsiasi cittadino con un po' di cultura generale possa far meno danni di questi incompetenti ed ignoranti (e corrotti) che ci ritroviamo.
CONTRO
- Non si sa chi siano. Va bene Grillo portavoce, ma non è possibile che questi "cittadini volenterosi" siano ancora presentati come una mandria senza volto.
"Candidati grillini", sempre menzionati tutti insieme, uno vale
l'altro. Chi c'è a Roma? Chi a Milano? Come la pensa? Qual è la sua
storia? Grillo non si decide a fare un passo indietro
per consentire ai cittadini di conoscere i candidati, e ai candidati
di cominciare ad esporsi davvero. Pretendere dagli elettori un voto a scatola chiusa garantito da Grillo è un po' troppo, è lo stesso sistema che usava Berlusca coi suoi listini chiusi.
- Posizioni ondivaghe.
Mentre è chiarissimo il programma su alcuni fondamentali temi, su
altri è decisamente ondivago. Come per gli extracomunitari, ad esempio.
E' legittimo non avere una posizione su tutto lo scibile, legittimo
anche lasciare alcune decisioni per i momenti in cui i problemi si
presentano. Meno opportuno è dire una cosa e poi il suo contrario a seconda di come tira il vento.
- Partito o movimento.
Capisco che la parola partito susciti ormai orrore e raccapriccio, ma
non lo condivido: non c'è nulla di male in un "partito", anzi si
potrebbe persino riuscire a ricordare agli elettori che un partito è un'espressione democratica
che arricchisce la vita politica, se è fatto come si deve. Ma se
proprio si preferisce il "movimento", allora che tale sia, con tutta la
libertà che comporta. Se dirige tutto Grillo, e gli altri in fila come soldatini, allora che lo si chiami Forza Italia e non se ne parli più.
- Casaleggio.
Dulcis in fundo, le dolenti note. Ormai anche i sassi sanno che
Casaleggio, nel Movimento 5 Stelle, ha peso pari a quello di Grillo. Da
ex pubblicitaria, non me ne scandalizzo: per come funzionano le
campagne elettorali oggi, una strategia di comunicazione è
assolutamente indispensabile. Ma da cittadina esigo che Casaleggio ci metta la faccia, per amor di trasparenza. Questo alone di mistero, di sotterfugio, di detto non detto, addà finì. Non è possibile che circolino leggende urbane
e video inquietanti del braccio destro di Grillo e quella che è
probabilmente la regia occulta di tutta l'operazione, di cui non si
conosce nemmeno la faccia e di cui si nega persino l'esistenza.
Chi diamine è, il fantasma del Louvre? Lo spirito guida? Hal 9000?
Casaleggio deve uscire allo scoperto e presentarsi come un qualsiasi
cittadino "grillino" impegnato nel Movimento. Chissà, magari qualcuno
finirebbe anche col votarlo.
Fonte:Crisis
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