Il Grande Fratello Usa : ecco come Prism spia il mondo

giu 8, 2013 1 comments
Di Ella Baffoni

Prima la rivelazione che l’Agenzia per la sicurezza nazionale (Nsa) aveva raccolto i tabulati dei telefoni dei giornalisti dell’ Associated Press. Poi lo scoop del Guardian sulla raccolta degli stessi meta-dati in modo massivo presso uno dei maggiori operatori telefonici, Verizon.

Ora le rivelazioni del Washington Post sul monitoraggio dei server di nove giganti della rete: Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, Aol, Skype, Youtube e Apple, e forse Dropbox. Tempistica curiosa che deve aver incendiato il viaggio del presidente Obama verso la California dove è programmato l’incontro con il premier cinese Xi Jinping. Ironia della sorte (ma è solo una coincidenza?) sul tavolo c’è anche la discussione sulla cybersicurezza, punto di attrito tra i due Paesi.

L’ultimo scoop si chiama «Prism», un programma usato dall’intelligence per estrarre dalla rete «audio, video, fotografie, e-mail, documenti, password e username e tracciare nel tempo l’attività degli americani sulla rete», anche focalizzandosi sul traffico estero che spesso utilizza i server statunitensi. Prism sarebbe, secondo l’autorevole quotidiano Usa, la fonte principale delle informative fornite ogni mattina al presidente degli Stati Uniti, che l’avrebbero citato 1.447 volte solo nel 2012. In più, sostiene il Guardian, i servizi inglesi, il Government Communications Head Quarter (Gchq), avrebbero avuto accesso a Prism almeno dal giugno 2010 producendo ben 197 dossier nel 2012. 


In sostanza, sarebbero nella disponibilità dell’intelligence tutti i dati e i contenuti che viaggiano online in Occidente. Altri meta-dati verrebbero raccolti, scrive il Wall Street Journal, anche tra gli utenti di AT&T - 107,3 milioni di clienti per i cellulari e 31,2 per la telefonia fissa - e Sprint - 55 milioni di utenti - oltre ai 121,1 milioni di Verizon, ai quali si aggiungono i dati di tutti gli acquisti tramite carte di credito. I provider smentiscono, uno dopo l’altro.

Il più deciso è Facebook: Joe Sullivan, capo della sicurezza, sostiene che «nessun governo ha accesso diretto ai server di Facebook. Quando ci arriva una richiesta, la valutiamo attentamente e forniamo informazioni solo se previsto dalla legge». Steve Dowling, di Apple, sostiene di non aver mai sentito parlare di Prism. Google «si preoccupa seriamente della sicurezza dei dati degli utenti» e sostiene di non avere una «back door» da cui il governo possa accedere ai dati privati degli utenti; informazioni personali vengono fornite solo dietro precise richieste a norma di legge.

Sta di fatto che lo scandalo è rovente se il New York Times scrive che sulla privacy e la sicurezza dei dati «l’amministrazione ha ormai perso ogni credibilità. Obama sta dimostrando la verità lapalissiana che l’esecutivo utilizzerà ogni potere di cui dispone e probabilmente ne abuserà. Anche per questo abbiamo a lungo sostenuto che è stato un azzardo approvare il Patriot Act, nel culmine della paura provocata dall’11 settembre 2001. Ora lo scandalo mina la fiducia in Obama persino tra i suoi più tenaci sostenitori». 


Che il Prism sia una realtà lo conferma lo stesso presidente Obama. «Non potete avere il 100 per cento di sicurezza e quindi il 100 per cento di privacy e nessun problema», ha detto il presidente, rispondendo alle polemiche divampate sulla stampa. «Nessuno - ha aggiunto - sta ascoltando le vostre telefonate. Questo non è l’obiettivo di questo programma», in primo piano c’è la sicurezza e la lotta al terrorismo: i dati raccolti servono a questo.

A questo proposito James Clapper, direttore dell’intelligence americana, disapprova che la notizia sia venuta a galla: «Le informazioni raccolte sono importanti e preziose e vengono usate per proteggere la nazione». Prism, ricorda, è autorizzato da una legge recentemente riconfermata dal Congresso Usa, e la raccolta e la conservazione delle informazioni «incidentalmente acquisite» è minimo nei confronti dei cittadini americani.

Non degli altri. Dove finirà questa enorme mole di dati? Per il Wall Street Journal la Nsa ha già molti punti di raccolta, silos informatici. Il più recente, in costruzione in Utah, costerà 1,2 miliardi di dollari e verrà utilizzato per stoccare meta-dati misurati in zettabyte: pari a mille exabyte, ogni exabyte raccoglie un miliardo di gigabyte.


Fonte:http://www.unita.it/mondo/grande-fratello-usa-obama-spiati-telefonate-prism-spia-mondo-usa-guardain-scandalo-washington-casa-1.504781

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